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 2021  aprile 03 Sabato calendario

Periscopio


Il nesso tra volontà popolare e decisioni politiche è sempre più debole. Da qui nasce il mio totale disinteresse per la politica fatta così. Pierluigi Battista di Huffington post (Maurizio Caversan). LaVerità.
Il Partito comunista non esiste più, per fortuna di tutti. Letta non è comunista ed è vero che tanti ex comunisti hanno contribuito al caos degli ultimi anni. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto. Charles Bukowski.
Le polemiche fioccano come nespole. Aldo Biscardi.
Nessuno nel M5s osa dire a Beppe Grillo che li maltratta brutalmente, quello che sarebbe normale dire: no, scusa, Beppe, questi toni anche no, non puoi umiliarci così. Niente. Zero. Incassano (del resto, incassano pure un ricco stipendio mensile). Lui si diverte con il ghigno che conoscete (poi ne parla sempre con gli amici di una vita, un gruppetto genovese, tipi famosi e di successo, e ridono come matti: «Avreste dovuto vedere come mi guardavano, nessuno fiatava»). Fabrizio Roncone. Corsera.
Terminata l’esperienza da primo cittadino di Venezia, Cacciari la riassunse così in un’intervista radio: «Non si ha la più pallida idea, ogni mattina che ti alzi, avere la nostra cosiddetta società civile che ti invade perché ha la prostituta nel viale, il casino del bar sottocasa... o la strada dissestata». Sottinteso: tutte cose che non mi riguardano. Aggiunse: «A un esercito di infanti incapaci di arrangiarsi su qualsiasi vicenda umana terrena a un certo punto gli dici, vabbè ti faccio un’ordinanza ma smettila di rompermi le balle». Concluse: «Uno pensa di fare cose importanti per la città, poi la metà del tempo la passi a trattare queste cose». Giancarlo Perna. LaVerità.
Draghi ha le caratteristiche giuste. Nella comunicazione politica si vede che considera gli italiani come adulti, si assume le sue responsabilità e chiede a tutti di fare altrettanto. Ma non basta. Oggi c’è della necessità di creare uno spazio politico tra Letta e Carfagna inclusi. Una sfida, questa, che lanciamo innanzitutto al Pd, che si è distanziato troppo dagli assunti fondativi di Veltroni al Lingotto. Del resto, Zingaretti ha lasciato un partito concentrato solo sul potere, afono su lavoro, industria e innovazione e ambiente. Marco Bentivogli, ex capo dei metalmeccanici della Cisl (Enrico Marro). Corsera.
Grillo è intervenuto a sorpresa all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari e ha seminato puro terrore evocando la terribile «regola del doppio mandato».Più che un capo, un padrone.Spregiudicato. Perfido.Capriccioso.Magari ora risparisce per qualche mese. Però, intanto: panico. Intendiamoci: i parlamentari grillini sono abituati a Grillo, ascoltano di tutto, si fanno dire di tutto. All’assemblea dell’altro giorno, di punto in bianco: «Siete dei miracolati! E so quello che dico» (appunto, per dire: Laura Castelli, viceministro dell’Economia, gestiva un Caf; Sergio Battelli, presidente commissione Affari europei, terza media e dieci anni commesso in un negozio per animali; Paola Taverna, vicepresidente del Senato, tredici anni in un laboratorio di analisi cliniche; e via così, in moltissimi casi). Fabrizio Roncone. Corsera.
Quanto dista da costoro, da un Vittorio Sgarbi o, prima che fosse morto televisamente, da Giuliano Ferrara, qualunque giornalista, gossiparo, esperto politico, rimasugli di balene bianche, rosse, a cinque stelle, che son sempre lì a galleggiare in tv? Cosa vedi con questi qui? Tappi di Barolo andato o, al massimo, patate alla spruzzatina di champagne. Luigi Amicone. Tempi.
Dopo l’ideologia del divino mercato, il ritorno dello Stato. Nello Stato e per lo Stato serve la politica. Una politica fatta con modiche quantità di tecnica (brrr) e con nulle quantità di comica. Dall’altra parte ci deve essere un mercato che faccia il mercato, non paralizzato da una infinita quantità di regole. Nel 2010-2011, compreso che il nodo di Gordio fatto da infinite leggi non poteva essere sciolto ma solo tagliato, fu portata nel parlamento italiano questa riforma: «Tutto è libero tranne ciò che è vietato dalla legge penale». Non solo. Tra Stato e mercato servono i valori morali e sociali, non solo i liquidi ma anche i solidi, non solo i desideri ma anche le virtù, non solo i consumi ma anche il risparmio. E ancora: le famiglie, le tradizioni e le comunità del territorio. Patria è la terra dove riposano le ossa dei padri. Nel 2005 ho scritto l’articolo sul 5 per 1.000 per il volontariato e per la ricerca. Non sono più in parlamento, se ci fossi la prima cosa che farei sarebbe passare da quel 5 a un 10 per 1.000». Giulio Tremonti ex ministro dell’economia (Andrea Indini). il Giornale.
I due terroristi che avevano ucciso un giovane poliziotto alla Stazione centrale di Milano scappano via, in una fuga scomposta e disperata: quello che ha fatto fuoco è Soldati, 35 anni, dalla Val di Susa, un latitante che da Prima Linea, ormai sbandata, è transitato in un gruppetto di irriducibili, i Comunisti organizzati per la liberazione dei proletari, in sigla Colp. Progettano non più la rivoluzione, ma più modestamente di ridare la libertà ai compagni in carcere, farli evadere assaltando le carceri. La fuga, la cattura, le botte in questura. Soldati quel giorno sta reclutando un simpatizzante ancora non schedato. Quando il poliziotto Viscardi si avvicina, spara per ucciderlo. Ma la fuga non riesce, e i due vengono catturati poco lontano. Li portano in questura in via Fatebenefratelli, 5 minuti di auto da lì. Come è consuetudine in quegli anni, i due vengono riempiti di botte: li pestano un po’ per vendetta, per rabbia. E un po’ per ottenere a caldo più informazioni possibili. Nel giro di poco si saprà chi sono gli arrestati, e i covi a rischio verranno subito abbandonati e svuotati di armi e indizi. Soldati e l’altro militante parlano. Le loro rivelazioni sembra producano l’arresto di un capo-colonna di Prima Linea, più la scoperta di 5 covi e altri due arresti in seguito. Soldati già il giorno dopo ritratta la confessione e denuncia: «Mi è stata estorta con la violenza». I magistrati lo spediscono al carcere speciale di Cuneo, dove i terroristi di sinistra sono divisi tra due ali del penitenziario: di qua i brigatisti, di là i «piellini» (cioè gli ex di Prima Linea) molto meno inquadrati e militareschi. Oggi la distinzione può sembrare lunare, ma all’epoca erano due mondi opposti. Maurizio Pilotti. Libertà.
Le polemiche più feroci sono quelle su questioni per cui non vi è alcuna prova valida in entrambi i casi. Bertrand Russell, filosofo.
Gli slogan affratellano i conformisti. Roberto Gervaso.