Corriere della Sera, 3 aprile 2021
Stefania Sandrelli debutta alla regia con la Tosca
Stefania Sandrelli debutterà in casa, nella sua Viareggio, il 23 luglio con Toscadiretta da Alberto Veronesi, la sua prima regia d’opera. «Ne ho viste talmente tante edizioni al Festival pucciniano di Torre del Lago… Sento più vicine quelle tradizionali».
Sarà tradizionale anche la sua regia?
«Sì, con delle innovazioni di cui devo ancora discutere, ma non voglio stravolgere nulla, i tre luoghi, Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant’Angelo, sono quelli, non puoi cambiarli… È una storia d’amore forte, che prende. È anche una storia di potere, non è un tema così frequentato da Puccini».
E Tosca chi è per lei?
«Una donna molto gelosa, guardinga, non le sfugge niente, è l’amore per Cavaradossi che la inquieta».
Lei è gelosa?
«Una volta gettai dal ballatoio un vaso cinese addosso al mio ex marito, Nicky Pende, a cui piacevano troppo vita notturna e bere. Voleva sempre uscire, poi ho capito, a casa si sarebbe notato. Gelosa? Sulle passioni travolgenti non lo sono mai stata, se il mio uomo si innamora di un’altra cosa posso fare... Invece i tradimenti spiccioli mi irritano. Ricordo il padre di mia figlia (Gino Paoli, ndr), ecco alla fine mi sentivo libera di giocarmi i ticket. Ma diventano cose squinzie, volgari, malate, che non mi piacciono. Da ragazza non mi era permesso il tradimento, non ero libera e fringuella da poter volare».
Ha mai incontrato uno Scarpia nella sua vita?
«Lui rappresenta tutti i maschi str... di ogni epoca, quelli che fanno valere la loro posizione di forza. Al cinema ho interpretato Adriana in Io la conoscevo bene di Pietrangeli, una donna che cerca di farsi strada nello spettacolo in tanti modi ed è una ricerca umiliante. Ma nella mia vita sono stata fortunata, mai fatto brutti incontri, forse perché, grazie a Pietro Germi, sono entrata al cinema dalla porta principale».
Sono passati 60 anni da «Divorzio all’italiana».
«Sono volati. Io ho una memoria sentimentale, non me ne sono resa conto, se mi chiede quanto sono alta e quanto peso non so rispondere, mia madre era come me».
Svagata.
«Sì. Mamma era una donna immensa, golosa, simpatica, una vera diva. Io, se c’è un attore a cui somiglio è Mastroianni, quelli che un po’ ci sono e un po’ ci fanno».
Tornando a Puccini, suo nonno Pietro...
«Era melomane, conosceva Puccini, si incontravano al Caffé. Non dico che fossero amici, erano compagni d’avventure e di grandi bevute di vino, diciamo che bevevano fuori pasto. Ne ho parlato tante volte con la nipote di Puccini, sei anni fa prima che venisse a mancare, Simonetta con cui facevo mangiate indimenticabili a Torre del Lago».
Tosca sembra cinema?
«Le campane, il pastorello… Sembra di vederla, Roma. Fuori da casa mia, nella vallata, tanti anni fa c’erano le pecore, io andavo a passeggiare con il mio coniglietto, Sghenghero, oltre ai gatti, ne avevo otto. Ora ci sono i cinghiali. Anche la scrittura di Puccini è cinematografica. E poi il re del cuore in altri titoli ha soluzioni armoniche così ardite, si è fermato a un passo dalla dodecafonia».
Quello di Puccini è un mondo di donne?
«Una moglie, tante amanti, cinque sorelle, una cugina suora. Le donne sono centrali, portatrici dei sentimenti più profondi anche se non c’è una vera figura femminile emancipata nelle sue opere».
Il suo compianto fratello Sergio suonava il piano e poteva trovare posto nella Bohéme...
«Entrava in casa con la borsa di Tolfa a tracolla, i capelli lunghi disordinati e andava direttamente al piano che ho in soggiorno».
Come vive la pandemia?
«Nel lockdown di un anno fa ero tonica, ballavo a casa. Ora sono sull’astenico, fisicamente sono forte, ce la metto tutta sul lavoro, ma psicologicamente, insomma... Il cinema è assembramento, è calca. Mi manca moltissimo».
Girerà un film?
«Dovrei, con Gianni Di Gregorio. Si intitola Astolfo, è una storia d’amore tra due persone della nostra età, niente di sessuale, c’è molto sentimento. Non vedo l’ora di vederlo al cinema. Se da ragazza mi avessero parlato di una storia tra due ultra settantenni avrei detto siete matti. Oggi è possibile amare alla nostra età».
A giugno compie 75 anni. Quali sono le priorità?
«I nipoti, cinque magnifiche creature. Fare la nonna è una cosa di pelle, lo trovo esaltante. Ma come diceva Picasso, ci sono voluti tanti anni per diventare giovane. In fondo sono passati solo 75 anni, però quanta vita».