Corriere della Sera, 3 aprile 2021
La lite infinita sul catalogo di Lucio Battisti
Di nuovo davanti al giudice. Non c’è pace per l’eredità di Lucio Battisti, ovvero il prezioso catalogo di canzoni storiche in tandem con Mogol, custodito in quella polveriera che è la società Edizioni Musicali Acqua Azzurra. Il Tribunale di Milano è stato chiamato a nominare un nuovo liquidatore per l’impasse dei soci che da anni si fanno la guerra: la società Aquilone (56% del capitale) che fa capo alla moglie del cantante e al loro unico figlio Luca, 48 anni, la casa discografica Universal (35%) di Vincent Bolloré e Giulio Rapetti (9%), ovvero Mogol. Tutti in causa con la loro stessa società, per tutelare legittimi ma talvolta contrapposti interessi. In palio un patrimonio sul cui valore erano circolate solo indiscrezioni. Ora dai documenti consultati emerge il riferimento a una perizia ufficiale che lo fissa a 16 milioni. E questa potrebbe essere una base d’asta ammesso che un giorno si arrivi a una procedura di vendita.
Le ultime notizie dal fronte arrivano con un po’ di ritardo e quasi per caso: su alcuni documenti societari si nota la firma del commercialista milanese Luigi Giovanni Saporito, rappresentante legale. Ma il liquidatore non era l’avvocato Gaetano Presti, nominato dal tribunale nel 2018 perché i soci litigavano a tal punto da aver paralizzato l’azienda? In effetti Presti ha fatto le valigie e poco prima aveva ricordato ai soci che «la più importante ipoteca sul futuro è legata alla causa intrapresa da Luca Battisti (alla cui richiesta si è associato Mogol) per la risoluzione dei contratti di edizione delle opere del catalogo, un ostacolo alla sua cessione» oltre che «alla normale prosecuzione dell’attività della società».
All’origine di tutto c’è una data: 5 marzo 1969. In piena epoca vinile esce il primo album «Lucio Battisti», con i testi di Mogol. Pochi giorni dopo cantante, paroliere e casa discografica si mettono in società, incanalando tutti i contratti e i diritti. Nasce Acqua Azzurra srl. Dodici album fino a «Una giornata Uggiosa», l’ultimo insieme nel 1980. Emozioni, Pensieri e Parole, Il mio canto libero, Ancora tu: è il Battisti dall’inconfondibile voce di «come può uno scoglio arginare il mare...», «lo scopriremo solo vivendo...», «il carretto passava e quell’uomo gridava...».
L’assetto di allora nella sostanza non è cambiato. Con il 56% gli eredi hanno a lungo governato senza lasciare spazi alle minoranze e, secondo Mogol che ha fatto causa ottenendo un risarcimento milionario, senza sfruttare adeguatamente il catalogo.
L’incomunicabilità e le opposte visioni tra soci hanno poi condotto Acqua Azzurra in liquidazione. I primi due liquidatori hanno alzato subito bandiera bianca: impossibile gestire in armonia. E così entra in campo una prima volta il tribunale nominando Presti con ampi poteri, compresi quelli di vendere o mettere a reddito il catalogo, anche online (canale sempre osteggiato dagli eredi). Nel 2019 Battisti sbarca per la prima volta sulle piattaforme di streaming musicale. Nell’estate 2020 gli eredi votano per il dividendo. Il liquidatore si oppone: serve disponibilità anche per risarcire, eventualmente, chi, come gli stessi soci, fa causa. Un intreccio soffocante. Sulla retribuzione del liquidatore si consuma lo strappo finale. I soci vogliono una riduzione. Il professionista rimette il mandato. Solo che poi gli azionisti non trovano accordo sulla nomina di un nuovo liquidatore e così tocca di nuovo al tribunale che chiama Saporito attribuendogli gli stessi poteri del predecessore. È il quarto liquidatore che sale sul ring. E anche lui sa che nessuno tratterà mai l’acquisto del catalogo finché i tribunali saranno intasati dalle cause dei soci.