la Repubblica, 3 aprile 2021
Chiara Ferragni e il caso della nonna di Fedez
«Sono delusa, dispiaciuta, amareggiata e anche un po’ incazzata: vedere la Lombardia che fa un casino dietro l’altro è scoraggiante». Di prese di posizione – sui diritti civili, sulla violenza di genere – ne prende ormai sempre più spesso e con la consapevolezza di chi, con 23 milioni di follower, sa che ogni sua parola sarà sezionata, rilanciata, osannata e criticata. Ma questa volta Chiara Ferragni è entrata duretta nel pieno della polemica che da settimane mette la Lombardia sotto accusa: quella sull’andamento, finora a dir poco altalenante, della campagna vaccinale.
Parte dal privato per arrivare al pubblico, l’imprenditrice che da poco ha partorito la secondogenita Vittoria, ed è proprio mentre la allatta che racconta: «Oggi (ieri, ndr) la nonna di Fede farà il vaccino, perché dopo le mie stories di critica alla gestione dei vaccini, ieri un addetto alla vaccinazione l’ha chiamata chiedendo: “Lei è la nonna di Fedez? Alle 12 può venire a fare il vaccino”. Se ieri ero arrabbiata, oggi lo sono ancora di più pensando che lei, che aveva diritto a essere vaccinata da mesi, riesce a farlo solo perché qualcuno ha paura che io possa smuovere l’opinione pubblica. E le altre nonne che hanno lo stesso diritto e non hanno chi può farsi sentire? Chiedo il vaccino per tutte loro, per tutte le persone fragili, per coloro i cui diritti fino a oggi sono stati calpestati».
Un discorso che le porta in dote in pochi minuti tweet che sognano una sua candidatura alle Regionali, e chissà quanti politici hanno invidiato l’effetto che fa. Nel giro di poco l’Azienda sanitaria regionale di Milano, da cui dipende la vaccinazione di nonna Luciana (Violini, 90 anni appena compiuti, profilo Instagram e casa nel popolarissimo quartiere Giambellino) replica: «Riceviamo ogni giorno decine di segnalazioni in merito a cittadini over 80 che non sono stati ancora convocati per la vaccinazione, nella maggior parte di casi si tratta di disguidi dovuti a errori nella compilazione della domanda. Nessuno dei nostri operatori ha chiesto alla signora se fosse “la nonna di Fedez”. La somministrazione offerta alla signora (che ha omesso il Comune di residenza nella compilazione dell’adesione) è avvenuta anche per altri cittadini».
Le hanno compilato male la domanda, quindi, anche se colpisce la coincidenza temporale tra il post di denuncia sulla disorganizzazione in Lombardia di Ferragni e la telefonata con appuntamento alla signora il giorno dopo. E se anche fosse vero che la maggior parte dei casi dei tantissimi over 80 non ancora convocati sia dovuta a “errori nella domanda”, sta di fatto che ieri la vicepresidente Letizia Moratti ha capitolato: dal 7 all’11 aprile, gli over 80 che da un mese e mezzo aspettano la vaccinazione potranno farlo nel centro più vicino; basta attese inutili di sms e convocazioni a decine di chilometri.
Il seguito è cinema: la Lega si indigna e chiede che Ferragni restituisca l’Ambrogino d’oro ricevuto con Fedez, M5S annuncia interrogazioni. Lei, ieri, scriveva: «Ho molto riflettuto se espormi e dire la mia su una situazione molto complicata e più grande di me, ma ho deciso di farlo perché la gente muore, i bambini non vanno a scuola e si chiede alle aziende, ai commercianti, ai ristoratori e non solo di avere pazienza e di tenere duro. E tutto questo perché da un anno gli errori di chi dovrebbe prendersi cura di tutti noi si susseguono». L’appello finale è al premier Draghi, «persona che stimo e alla quale va il mio supporto e comprensione, non posso nemmeno immaginare la situazione che ha ereditato». L’ex premier Conte aveva telefonato alla coppia per chiedere aiuto nella campagna pro-mascherine. Questa volta, chissà come andrà.