Anteprima, 8 marzo 2021
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Biografia di Carlo Tognoli
Carlo Tognoli (1938-2021). Politico. Socialista. Sindaco di Milano dal 1976 al 1986, il più giovane nella storia della città. Ministro per le Aree urbane nei governi Goria (1987-1988) e De Mita (1988-1989), per il Turismo nell’Andreotti VI (1989-1991) e nell’Andreotti VII (1991-1992). Perito chimico, frequentò la Bocconi da lavoratore senza mai laurearsi per l’incombente impegno nelle file del Psi. Dal 1958 al 1962 fu dirigente del movimento giovanile, dal 1960 al 1970 consigliere comunale a Cormano, dal 1969 al 1970 segretario cittadino del Psi. Assessore dal 1970 al 1976, deputato europeo dall’84 all’87. Fu eletto sindaco di Milano «quando Bettino Craxi non era ancora segretario», ci teneva a precisare. Si definiva socialista liberale. Carriera stroncata da Tangentopoli (tangenti Atm, processo finito con l’assoluzione). «Non alto, spesso in elegante gessato, occhi simpatici e sgranati dietro gli occhiali, era nato in viale Romagna, papà morto in guerra in Russia. Finché ha potuto, gli spuntava un mezzo toscano in bocca. E non gli dispiaceva andare in Galleria – quando in piazza Duomo c’era al 19 l’ufficio dell’immanente segretario politico del Psi Bettino Craxi – e partecipare al rito del drink: un Americano, o uno Sbagliato, una piccola pausa, ampiamente meritata, dopo giornate da stacanovista. Dentro Palazzo Marino, Tognoli diventò un po’ “robotico”, come scrisse Giorgio Bocca, nel senso che aveva tutto sotto controllo ed elargiva cifre, dati, analisi su qualunque argomento che avvalorasse l’efficienza meneghina. Aveva studiato da perito, lavorato in aziende chimiche e a vent’anni s’era iscritto al Psi di Pietro Nenni. Eurodeputato e ministro, non apparteneva però al gruppo dei craxiani ortodossi. Nella vera stanza dei bottoni non riuscì a entrare. Il Primo Maggio del 1992 lui e il suo successore, Paolo Pillitteri, organizzarono una conferenza stampa per respingere le accuse di mazzette che aveva portato in carcere – era l’inizio di Tangentopoli – alcuni portaborse del Psi. Là finì la stagione di “Tognolino” che, poco dopo, ricevette da Enrico Cuccia, il super banchiere della Grandi Famiglie italiane, un incarico in Mediobanca» [Colaprico, Rep]. Dal 2005 al 2009, su richiesta dell’allora presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni, è stato eletto a presidente della Fondazione Ospedale Maggiore di Milano. Malato da tempo, era stato ricoverato nei primi giorni dello scorso novembre all’ospedale Pini per la frattura del femore. Dopo qualche giorno, si scoprì positivo al coronavirus. Morto nella sua casa a Milano.