il Fatto Quotidiano, 1 aprile 2021
Ritratto di Riccardo Rossi
Definirlo “frizzante” come l’acqua minerale del noto marchio ai cui spot veniva associato negli anni 90 potrebbe sembrare banale e scontato. Eppure la verve (auto)ironica dei suoi sketch sembra autorizzarci a reiterare questo vecchio parallelismo.
Attinge alla semplicità della vita quotidiana Riccardo Rossi, protagonista del nuovo episodio di Tutta scena – Il teatro in camera, da oggi in streaming su TvLoft. “Non sai che m’è successo ieri…” è l’incipit perfetto per aneddoti come quelli raccontati in Pagine Rossi, lo spettacolo con cui l’attore romano ci restituisce oltre vent’anni di carriera, riproponendo il titolo del fortunato esordio teatrale, poi divenuto anche apprezzato Manuale di sopravvivenza urbana (Mondadori). Il materiale a disposizione non manca: non c’è mai stata distinzione tra persona e personaggio in Rossi. Sul palco e sugli schermi, il protagonista è sempre stato lo sguardo dissacrante con cui passava in rassegna carrellate di situazioni, senza perdere quell’apparente ingenuità da comico della porta accanto in grado di abbattere ogni diffidenza. Altro che quarta parete. L’attore non è mai diventato vip, e il mondo dello spettacolo è rimasto semplicemente un bacino da cui attingere, nonostante una frequentazione ormai pluridecennale.
Gli esordi risalgono agli anni 80 e sono tutto un programma: varie comparsate a partire da College di Castellano e Pipolo, poi la partecipazione al successo de I ragazzi della 3ª C su Italia 1. Rossi non esce più dai radar, ma resta un ragazzo come altri che alla passione alterna i più svariati lavori: fattorino, commesso in un negozio di dischi, animatore nei villaggi vacanze (senza mai dimenticare la lettura del quotidiano al mattino, fondamentale per le sue gag), poi soprattutto impiegato nello storico ufficio stampa di Enrico Lucherini, dove arrivavano i rimproveri se chiedeva autografi ai suoi idoli che passavano di là. Vi lavorerà fino al 1995, anche se il salto l’aveva già fatto nel 1992 con Non è la Rai di Gianni Boncompagni. Per dire.
Fan sfegatato di Alberto Sordi, a suo modo a suo agio col barista come con Carlo Verdone o il direttore generale della Rai, Riccardo Rossi è sempre rimasto se stesso. I successi – che si trattasse dei film con i Vanzina o del sodalizio con Fiorello, dei collegamenti a Quelli che il calcio o di conduzioni in prima persona come al recente Battute? – non l’hanno cambiato, ma la vena comica è innata. I racconti proposti per l’iniziativa di Loft Produzioni stanno lì a testimoniarlo: dallo sbarco sulla luna all’acquisto di una Filofax, dall’età dell’innocenza alla prima vacanza all’estero, vanno in scena i paradossi e gli assurdi di tutti i giorni. Immedesimarsi è un riflesso automatico. Come bere un bicchier d’acqua.