ItaliaOggi, 1 aprile 2021
In Alaska il vaccino lo porta l’husky
Migliaia di husky in cerca di lavoro. Con il crollo del turismo i cani da slitta sono rimasti disoccupati in Lapponia, dove ogni inverno trasportavano i turisti nelle lande innevate, in percorsi emozionanti tra avventura e natura, alla scoperta di paesaggi mozzafiato e di un mezzo di trasporto insolito e affascinante per chi non è nato nel grande Nord e magari vive tutto l’anno in una metropoli.
Anche gli animali pagano lo scotto del Covid-19 e gli operatori turistici, come ha riportato la stampa finlandese, non possono più permettersi di mantenere i loro cani a fronte di un’attività che non riparte. Secondo un sondaggio del Finnish Lapland Tourist Board oltre il 60% delle prenotazioni per le vacanze natalizie sono state annullate a fine 2020 e il turismo dall’estero era ridotto al lumicino. La stima è che tra 5mila e 7mila cani da slitta siano stati fuori servizio negli ultimi mesi: niente turisti, niente escursioni in slitta da fare. Ma questo esercito di cani va comunque accudito e i costi aumentano di giorno in giorno, mettendo a rischio la tenuta economica di imprese e di allevatori e addestratori.
Husky Park, situato a Rovaniemi, il paese di Babbo Natale, ha cento di questi animali e li ha messi a disposizione gratuitamente di una realtà in difficoltà che propone husky safari: trenta cani hanno così viaggiato dal circolo polare articolo alla città di Kotka, sulla costa meridionale della Finlandia.
In Alaska, invece, gli husky stanno avendo un ruolo fondamentale per distribuire il vaccino contro il coronavirus nelle zone più remote dello Stato: il siero viene trasportato in aereo nei villaggi, qui poi sale in motoslitta e, dove le macchine non riescono ad arrivare per la troppa neve, ci pensano le slitte trainate dai cani. Un’impresa che porta alla mente la mobilitazione che ci fu nel 1925 per sconfiggere l’epidemia di difterite che colpì la città di Nome: il maltempo non permetteva di raggiungere questo centro abitato via mare o con l’aereo e per portare l’antitossina si rivelarono indispensabili gli husky.
Questo episodio ha poi ispirato la Iditarod Trail Sled Dog Race, la celebre corsa con i cani da slitta lunga mille miglia, che nelle gelide terra dell’Alaska parte da Anchorage e arriva proprio a Nome. Quest’anno si è tenuta lo scorso 6 marzo con un percorso ridotto, senza pubblico e con stringenti misure di sicurezza: i musher non potevano fermarsi a riposare in uno dei 24 villaggi attraversati, ma per trovare riparo e un po’ di calduccio avevano l’opportunità di sostare solo nelle tende in prossimità dei checkpoint, situate fuori dai centri abitati. Il Covid non ha fermato l’Iditarod, ma l’ha resa decisamente più dura.