ItaliaOggi, 1 aprile 2021
Elefanti a rischio estinzione
L’elefante delle foreste è una specie a sé stante
L’elefante delle foreste africane ha il bollino rosso dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn): significa che è sull’orlo dell’estinzione. Negli ultimi trent’anni il loro numero è crollato dell’86%, secondo le stime più recenti. Un bilancio allarmante, ma che varia a seconda delle regioni: in certi paesi, dove gli sforzi di conservazione di certe sottopopolazioni di pachidermi hanno portato i loro frutti, è stato dimostrato che il declino è reversibile.
Nel consueto aggiornamento annuale della lista rossa che monitora lo stato delle specie animali e vegetali, per la prima volta l’Uicn, l’organizzazione mondiale che ha sede a Gland, in Svizzera, e rappresentanze in 62 paesi, ha separato gli elefanti dell’Africa in due specie. Uno stato specifico permetterà di adattare la strategia di protezione alle caratteristiche di ciascuna specie.
Gli elefanti della savana sono stati definiti dall’Uicn in pericolo di estinzione: sono diminuiti del 60% nell’ultimo mezzo secolo. Gli elefanti della foresta, meno studiati, sono stati, invece, classificati «a rischio critico di estinzione», che è l’ultimo stadio prima dell’estinzione allo stato selvaggio.
In precedenza, le due specie erano riunite in una unica che, nel 2016, contava all’incirca 415 mila esemplari, e i pachidermi del continente nero erano classificati come «vulnerabili».
Questa nuova classificazione separata, con il riconoscimenti di due specie diverse, conferma le perdite massicce delle popolazioni di elefanti in Africa, dove giocano un ruolo chiave e dove sono vittime del bracconaggio, in calo stabilizzato, e della perdita del loro habitat.
Un rapporto del Wwf e dell’ong Traffic ricorda che la Francia è usata come intermediario tra l’Africa e l’Asia (Cina e Vietnam) per il commercio di avorio e che 3,8 tonnellate sono state sequestrate tra il 2009 e il 2017.
L’elefante della foresta ha una stazza più piccola rispetto al cugino della savana e zanne meno ricurve rispetto all’elefante della savana. Si nutre principalmente di frutti e semi e si aggrega in piccoli gruppi. Vive nell’Africa centrale e occidentale, un’area ridotta di un quarto rispetto al passato e le popolazioni più importanti si trovano in Gabon e nella Repubblica del Congo, spesso fuori dalle aeree protette. È messo in pericolo dallo sviluppo dell’agricoltura che ha invaso il suo habitat con il prosciugamento dei pozzi d’acqua e la rarefazione dei frutti di cui si nutre.
La conoscenza della sua specificità genetica, che lo differenzia dall’elefante della savana, è abbastanza recente: risale agli anni Duemila, mentre la specie conta milioni di anni. I dati scientifici per lungo tempo sono risultati insufficienti per accreditare la separazione degli elefanti africani in due specie distinte.