Come sarà lo show?
«Uno spettacolo tra canzoni e ricordi. Sono circondato da persone con cui ho percorso un lungo cammino: a partire dal mio pianista Riccaro Biseo, grande jazzista. L’orchestra è diretta da Marco Tiso: 32 elementi, bellissima».
Quindi varietà in grande stile.
«Sono nato col varietà, lo amo. Questo è un po’ speciale perché, come sa chi mi ha visto in teatro, canto ma con la scusa ripercorro la mia vita. Tutte le canzoni — americane, napoletane — sono legate a aneddoti, episodi divertenti, teneri, tragici. Grazie a papà, che era del 1901, ho potuto conoscere personaggi incredibili, da Montgomery Clift a Charlie Chaplin. Venivano a trovarlo a casa».
Musica e ricordi protagonisti: che ruolo hanno gli ospiti?
«Mia figlia, che fa la costumista, mi ha chiesto di venire a cantare: “Papà voglio un ricordo con te”. Mi ha fatto un piacere immenso. Proponiamo I’m in the Mood for Love , canzone stupenda, è la colonna sonora dei miei compleanni, mia moglie Silvia la mette sempre. Poi c’è Verdone, che è di famiglia. Era mio compagno di scuola ed è mio cognato, mi conosce bene».
Domenica è scomparso Enrico Vaime, che ha firmato con Maurizio Costanzo “Parlami di me”, di cui lei è stato grande protagonista. Che ricordo ha?
«Non avrei mai potuto fare quello spettacolo senza di lui. Mi ha aiutato, mi voleva bene, avevamo gli stessi gusti musicali. Enrico, oltre all’intelligenza e alla cultura, aveva un senso dell’umorismo unico. Faceva battute fulminanti. Lo spettacolo perde un autore immenso, chi è rimasto? Uomini così sono in via di estinzione».
Anche il varietà sta sparendo: perché?
«Perché ci vuole tempo, cura, prove. Ci vogliono gli autori. Oggi come oggi un varietà alla Falqui non si può più fare. Gli ultimi che sono riusciti a fare grandi spettacoli sono Gigi Proietti, Rosario Fiorello. Spero sempre che si possa riaprire la porta all’intrattenimento, come una volta... È proibitivo, per fare una puntata ci mettevamo un mese. Oggi, in un mese, fai venti serate. Ringrazio il direttore di Rai 1 Stefano Coletta e la Ballandi, per questo speciale. Mi piace la tv, farei volentieri un one man show di due o tre puntate».
Sono cambiati i gusti del pubblico?
«Sì ma credo che continuino a piacere le cose eleganti. In Una serata tra amici rivediamo scene da Un americano a Parigi , Bambole non c’è una lira , c’è un duetto con mio padre. È una festa. Non faccio la grande entrata, sono seduto in mezzo all’orchestra. Era un’idea di papà per lo spettacolo: non farmi entrare dalle scale».
Il sabato c’è Maria De Filippi con un pubblico fedele...
«Ci ho pensato, sì. Avrei preferito non scontrarmi con Amici ma gli altri giorni erano occupati. Sarà quel che sarà. Abbiamo spettatori diversi, lei ha i ragazzi. Spero di portarmi dietro un po’ di pubblico giovane, quello dei cinepanettoni».