il Fatto Quotidiano, 31 marzo 2021
Aforismi di Georg C. Lichtenberg
Avrei voluto avere Swift per parrucchiere, Sterne per barbiere, Newton a colazione e Hume all’ora del caffè.
Si potrebbe scrivere una dietetica per la sanità del cervello.
Quest’uomo aveva tanta intelligenza che nel mondo non lo si poteva quasi utilizzare in niente.
Le è piaciuto stare con noi? Risposta: moltissimo, quasi quanto se fossi rimasto in camera mia.
Nel bastonare era trasportato da una specie di istinto sessuale; bastonava solo sua moglie.
Ciò che loro chiamano cuore è molto al di sotto del quarto bottone del panciotto.
Non aveva della finezza vera e propria: ma all’occorrenza conosceva l’arte di cavalcare sulle spalle del vicino.
Era uno di quelli che vogliono fare le cose sempre meglio di quanto richiesto. È una qualità orribile in un servo.
I filosofi (i cosiddetti re del mondo) in verità sono solo i lustrascarpe della posterità.
La sua sottana era rossa e azzurra, a larghe strisce, come fosse fatta della stoffa per un sipario. Avrei pagato molto per un primo posto, ma non c’è stata rappresentazione.
Non esiste essere più perfido e maligno sotto il sole di una puttana che per vecchiaia è costretta a divenire bigotta.
Già Holberg ha detto: non è la volontà, è il mio corpo che mi rende nonconformista.
Gli altri compiono le imprese e noi ne traduciamo le narrazioni in tedesco.
Tra le maggiori scoperte fatte dall’intelligenza umana negli ultimi tempi va annoverata, secondo me, l’arte di giudicare i libri senza averli letti.
Se un’altra generazione dovesse ricostruire l’uomo in base ai nostri scritti sentimentali lo vedrà come un cuore provvisto di testicoli. Un cuore con uno scroto.
Peccato che non si possano esaminare i dotti intestini degli scrittori per vedere che cosa hanno mangiato.
Niente contribuisce di più alla quiete dell’animo del fatto di non avere alcuna opinione.
Ci sono effettivamente molti uomini che leggono per non dover pensare.