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 2021  marzo 31 Mercoledì calendario

Nino Frassica e i set da ridere

In Genitori vs influencer Nino Frassica, 70 anni, interpreta uno dei condomini che compongono la famiglia allargata di Fabio Volo, padre solo con figlia, prima bambina poi adolescente, alle prese con cellulari e social media, occasione di conflitto ma anche di opportunità. «Il mio vedovo fa parte del coro che accompagna il viaggio dei protagonisti, con il suo affetto e calore», racconta. Il film diretto da Michela Andreozzi, su Sky Cinema e in streaming su Now dal 4 aprile, è l’ultimo titolo di una carriera da attore variegata, frutto di una passione nata da ragazzino, «sono stato bocciato due volte per assenze, marinavo la scuola per andare al cinema». Gli eroi di allora erano «Ercole, 007, i commissari, i pistoleri e la commedia dell’italiano medio di Alberto Sordi, o l’italiano folle di Totò». Ma i palcoscenici del giovane messinese erano altri, «i bar, i biliardi, i bus delle gite. Mi piaceva far ridere». Il primo ingaggio, «da comparsa in un film tedesco per 50 mila lire: non è mai uscito». Nei primi anni 70 faceva il pendolare da Messina, nell’82 inizia la radio. Il primo set da attore parlante è FF.SS..., «Arbore mi assegna un personaggio che rideva a uno sketch dei Fatebenefratelli, ma ridevo così forte che coprivo lo sketch, così Renzo mi ha messo in cabina di regia e mi ha dato un po’ di battute». Da protagonista è arrivato Il Bi e il Ba di Maurizio Nichetti: «Dopo il successo di Quelli della notte mi chiamavano tutti, Troisi era esploso e cercavano comici da lanciare. Il cinema surreale non ha successo ora, figuriamoci nell’86. Ma ha i suoi fedeli». Ha girato Mortacci con Sergio Citti, «mi corteggiavano quelli dei cinepanettoni, dicevo no con coraggio. Non ero abituato a certe cifre ma volevo restare fedele al mio gusto». Lavorava in tv e aspettava qualcosa che non è arrivato, «così ho assaggiato la prima fetta di cinepanettone, ne ho fatti un po’”. La delusione più grande è stato il provino per la fiction su don Puglisi: «Feci un’omelia bellissima. Il regista mi voleva, ma la Rai preferì un attore che fisicamente era più somigliante». Poi, tanti piccoli ruoli: «Per vari motivi. Uno è quello inDon Matteo, è difficile incastrare un altro set che duri più di due giorni. L’altro è che non riesco a recitare in inglese, perdo la spontaneità, mi snaturo». Ha comunque fatto parte di due produzioni internazionali grandi, The Tourist di Von Donnersmarck («la mamma del regista era una fan di Don Matteo, mi segnalò e lui mi cucì una scena con Johnny Depp») e Somewhere di Sofia Coppola: “Mi scelse per un equivoco. Da bambina accompagnò il padre ai Telegatti e si meravigliò del trash della nostra tv. Cercando su YouTube spettacoli pacchiani mi vide in Indietro tutta e pensò che fossi davvero “il bravo presentatore"». Il ruolo drammatico in cui si è piaciuto di più è «nel film La scomparsa di Patò, dal libro di Camilleri, e il pentito con i capelli lunghi e l’occhio sfregiato in L’ultimo padrino di Marco Risi, ero irriconoscibile». Il regista con cui vorrebbe lavorare è Carlo Verdone, «il più bravo, l’erede di Sordi». In Scuola di mafia di Alessandro Brondi sarà «il maestro mafioso di tre figli di boss americani spediti a Palermo. Il film fa ridere e ha il messaggio giusto: i mafiosi non sono antieroi da emulare ma cretini senza fascino».