Corriere della Sera, 31 marzo 2021
La pizzardona di Piazza Venezia
Prima una tv tedesca. Poi una spagnola. Infine una araba. E per telefono un’emittente americana. «Sono arrivati perfino da Dubai per raccontare la mia storia sulla pedana di piazza Venezia». Si stupisce, ma solo un po’, Cristina Corbucci, romana della Garbatella, vigile del I Gruppo Centro della polizia municipale. Da una settimana è l’agente più famosa della Capitale. «Ci tengo a precisare però che non sono la prima, con me ci sono altre colleghe, e fino a quattro anni fa altre ancora mi hanno preceduto». Poi, come era già successo in passato, la pedana resa famosa da Alberto Sordi si è rotta. E c’è voluto un po’ di tempo per rimetterla in funzione.
Da quando la piattaforma è stata riparata, a metà marzo, il servizio è ripreso. I comandi per farla sorgere fra i sampietrini sono custoditi sotto chiave in una cassetta metallica accanto a un bar. E Cristina, 43 anni, laureata in Scienze politiche, appassionata di rock e ciaspolate, ci è salita sopra anche ieri pomeriggio per dirigere il traffico a piazza Venezia. «E pensare che non avevo mai pensato di fare il vigile urbano – racconta – ho passato tanti concorsi, mi sono occupata di conti e bilanci per varie società, ho lavorato in Consip e al Comune. Di sicuro però non volevo rimanere precaria. Ma quando nel 2018 ho saputo di aver vinto il Concorsone (con le graduatorie che erano rimaste bloccate per quasi dieci anni ndr) ho accettato la sfida. E ora – sorride – sono felicissima». Il turno di ieri del vigile Corbucci è cominciato alle 13.48 ed è finito alle 21. Sette ore e dodici minuti di emozioni, soprattutto. Prima le interviste con le tv straniere, quindi il saluto del comandante generale Ugo Angeloni, poi la gestione della circolazione dei veicoli e il passaggio di consegne proprio con una collega, Joy Vanessa Valletta. Quest’ultima sì con una storia familiare legata alla Municipale: madre, padre e nonno in divisa. «Indosso sempre i guanti bianchi dell’uniforme della mia mamma», dice con orgoglio. «Quando sali lì sopra osservi la piazza da tutta un’altra prospettiva e anche la gente ti guarda in modo diverso. È come stare sul palcoscenico. Complimenti? Tanti, per fortuna solo quelli. E quasi tutti dalle donne. “Vai, sei fortissima!”, ti gridano mentre passano in auto. Poi ci sono quelli che si fermano, accostano e ti scattano le foto. Qualcuno ha anche pensato che fosse uno spot. È un continuo. Diciamo che i romani l’hanno presa bene», sottolinea Cristina, che poi ci ripensa e sorride: «A casa ogni tanto mi prendono in giro e mi chiamano davvero “vigile Corbucci”». Come il mitico «vigile Celletti», che proprio con Sordi ha fatto conoscere in tutto il mondo la figura del «pizzardone» romano. «Anche se da allora molto è cambiato – commenta l’agente – ora siamo una vera polizia, con un forte impatto sull’assistenza ai più deboli e ai bisognosi. E qui in centro accade di continuo: un momento parli con il nobile, quello dopo assisti un clochard. E poi ci sono i politici, le auto blu, i cortei, almeno c’erano, prima della pandemia. Quando scendiamo siamo di pattuglia per via del Corso, oppure facciamo i turni di notte, rileviamo gli incidenti stradali, contrastiamo l’abusivismo. Ho anche arrestato delle persone».
Ma una volta in pedana Cristina e i suoi dieci colleghi – quattro per turno, con un «regista» che coordina la viabilità – pensano solo a dirigere il traffico. Movimenti lenti con le mani e con le braccia. Raro uso del fischietto. «Quei gesti da direttore d’orchestra per gestire i flussi dei veicoli me li ha insegnati il nostro “maestro” Fabio Grillo, e le basi le ho apprese nei tre mesi di corso per i neo assunti – spiega Cristina – la tecnica è muoversi più lentamente rispetto a quanto facciamo a un incrocio qualsiasi: è il trucco per farsi vedere bene da lontano, perché qui in un periodo normale, non come questo di semi chiusure, gli ingorghi sono frequenti, c’è un continuo passaggio di bus e ambulanze». In pedana si rimane mezz’ora per uno. «Non di più: provate voi a muovere le braccia di continuo per 30 minuti! Una bella ginnastica».