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 2021  marzo 30 Martedì calendario

In Cina va di moda il thè con le bolle

In Cina tutti pazzi per il tè con le bolle il bubble tea: un tè al latte con l’aggiunta di tapioca in perle e jelly, cubetti di acqua di cocco aromatizzata a piacere, da bere, caldo o freddo, con una grossa cannuccia che fa esplodere in bocca le bolle. Un take away per chi va di fretta e per i millennials che da Taiwan, dove è stato inventato negli anni Ottanta si è diffuso con grande successo in Asia, Giappone, Thailandia, e più di recente in Birmania ma anche negli Stati Uniti, in Europa e in Italia con catene specializzate che stanno prevedendo nuove aperture.
Il tè con le bolle è una bevanda dal gusto zuccherato che crea dipendenza, molto apprezzata dagli adolescenti cinesi. Una confezione costa all’incirca 2,50 euro (20 yuans). Per qualche spicciolo in più si può aggiungere perle aromatizzate, fagioli rossi o della crema leggermente salata.
In Cina, il tè con le bolle è ora proposto da varie catene con un successo fenomenale a giudicare dalle interminabili file davanti ai negozi. Tra queste ci sono Nayuki e Heytea che stanno considerando di fare il loro ingresso in borsa a Hong Kong entro la fine dell’anno.
Nel 2020 non meno di 480 mila punti vendita erano stati censiti nell’ex Impero di Mezzo. I marchi si fanno concorrenza per farsi posto su questo mercato che vale 141 miliardi di yuans (18 miliardi di euro) secondo le stime. Al ritmo di crescita di circa il 25% l’anno si arriverà a 340 miliardi di yuans (44 miliardi di euro) entro il 2025, secondo la società China Insights Consultancy.
Un recente studio di CbnData ha mostrato che all’incirca il 30% dei consumatori cinesi di età inferiore ai 30 anni, spendono intorno a 400 yuans (51 euro) al mese per questa bevanda, quanto un giovane di una piccola città paga per mangiare un mese. La notizia, con oltre 130 milioni di visualizzazioni su Weibo (il Twitter cinese), ha lasciato scioccati per il fossato fra il potere d’acquisto della gioventù dorata delle megalopoli cinesi e il resto dei giovani cinesi.
I grandi bevitori di tè alle bolle, e che ne sono diventati dipendenti, si difendono, giustificando il loro atteggiamento compulsivo con il ritmo di lavoro sostenuto: il famoso 9-9-6, che significa lavorare dalle 9 alle 21 per 6 giorni la settimana. Bere un tè alle bolle offre una pausa di qualche minuto con una soddisfazione immediata al quotidiano stressante, ha spiegato un trentenne cinese che lavora nella finanza. Dunque, il tè alle bolle è una tendenza e anche un rifugio goloso per l’insoddisfazione dei giovani.