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 2021  marzo 30 Martedì calendario

Erdogan approva il Kanal Istanbul, ovvero il secondo Bosforo che collegherà il Mar Nero al Mar di Marmara

Il colossale progetto Kanal Istanbul, meglio noto in Occidente con il nome di “Secondo Bosforo” ha compiuto un nuovo, importante passo verso la sua realizzazione. Il governo di Ankara ha approvato il progetto preliminare, che ora sarà sottoposto a referendum fra i cittadini di Istanbul, che però, secondo i sondaggi, sembrano alquanto scettici.
Il Kanal Istanbul nascerà per collegare il Mar Nero al Mar di Marmara. La sua funzione ufficiale è quella di alleggerire il traffico navale sul Bosforo. Quella ufficiosa è che con la creazione di questo corridoio, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, grande fautore del progetto, potrà aggirare la Convenzione di Montreux del 1936, che regola la navigazione sugli Stretti del Bosforo e dei Darnadelli.
Il canale sarà lungo 45 chilometri e avrà il costo esorbitante di 75 miliardi di dollari. E se il governo di Ankara assicura che con la sua costruzione si potranno prevenire incidenti come quello del Canale di Suez, gli
ambientalisti e gli Stati che affacciano sul Mar Nero non sono d’accordo. Dal punto di vista ecologico, la costruzione del passaggio sarebbe un autentico disastro perché andrebbe ad abbassare il livello dell’acqua del bacino del Mar Nero, stravolgendone l’ecosistema e diminuendone la pescosità e alterando il rapporto fra acqua dolce e acqua salata. Quest’ultimo aspetto avrà impatto anche sui fiumi che sfociano nel Mar Nero che vedranno decine di specie di uccelli e di pesci scomparire in breve tempo. Anche sulla terraferma, gli effetti sarebbero devastanti. Alcuni geologi e urbanisti hanno messo in guardia sul fatto che la costruzione del canale potrebbe provocare cedimenti del terreno cir- costante e mettere in pericolo la stabilità di interi quartieri della megalopoli. Sul tracciato del canale, poi, sorgeranno nuovi quartieri, fra cui diversi complessi extra lusso. Questo, oltre che i già citati problemi di stabilità, provocherà una speculazione edilizia nell’area senza precedenti, con una urbanizzazione forzata in una città che conta 15 milioni di abitanti e che già soffre a livello di reti di distribuzione e fognarie.