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 2021  marzo 29 Lunedì calendario

I centonove M5S a rischio

Centonove senza lode, ma con ansia: sono i 5 Stelle al secondo mandato. Un piccolo esercito che Beppe Grillo – con la scelta di mantenere il tetto attuale che vieta una terza legislatura (tranne per chi ne ha spesa una da consigliere comunale) – ha mandato in tilt. Tra chi rischia ci sono tutti i big – da Luigi Di Maio a Paola Taverna, da Alfonso Bonafede a Danilo Toninelli – e anche i volti noti delle Regioni come Roberta Lombardi, Antonella Laricchia e Sara Marcozzi. Una cinquantina di deputati, diciannove senatori e una quarantina di consiglieri regionali si stanno confrontando su come muoversi. Chiedono chiarimenti e agitano i gruppi del Movimento, specie a Montecitorio e a Palazzo Madama. Neofiti delle Aule contro parlamentari ormai navigati: uno scontro generazionale che sta diventando anche geografico.
Eppure, almeno stando alle dichiarazioni pubbliche, lo scontro non esiste. Gli eletti al secondo mandato non vogliono parlare. La maggioranza è contro Grillo. Molti glissano con un eloquente «no comment». C’è chi spiega: «Non posso esprimermi su una questione in cui sono in conflitto di interessi». Chi interviene è perché si professa favorevole a mantenere una delle regole auree del Movimento.
«È bene che Grillo si sia espresso sul doppio mandato in maniera più che chiara», dice la ministra Fabiana Dadone. Sulla stessa linea anche l’ex sottosegretario Angelo Tofalo: «Due mandati sono più che sufficienti». E prosegue: «Chi vuole continuare a fare la propria parte può farlo in mille modi». Il vicecapogruppo al Senato Andrea Cioffi spiega al Corriere che lui è favorevole al tetto «per evitare che si formino posizioni di potere. Il potere, come diceva una vecchia canzone, è l’immondizia della storia degli umani. L’esperienza è fondamentale ma bisognerebbe vaccinare chi fa politica contro il virus del potere».
«In realtà non sono mai stato particolarmente favorevole perché in un movimento politico ancora giovane è deleterio rinunciare a molti e rende più debole la figura del politico, qualunque carica occupi», controbatte invece il deputato Stefano Vignaroli. Che però precisa: «Ma ho accettato questa regola e non vedo perché cambiarla ora per comodità personale. Ci si poteva pensar prima». Una posizione, quella di Vignaroli, condivisa anche da Tiziana Ciprini: «In questa legislatura abbiamo assistito all’inesorabile erosione di gran parte dei pilastri su cui ci ergevamo per ragioni ad personam». «Se vuoi cambiare le regole semmai lo devi fare dal prossimo giro», chiarisce Ciprini. La deputata umbra lancia la sua proposta: «Sarei favorevole al mandato a ritroso, ovvero permettere un terzo mandato solo per fare i consiglieri comunali, dato che si ha difficoltà a trovare candidati per questo ruolo, che non da né gloria né visibilità».
Ciprini si colloca nel solco di Grillo. Il garante – secondo i ben informati – avrebbe in mente proprio questa soluzione per i 5 Stelle uscenti: una candidatura a sindaci o a consiglieri comunali, in modo da permettere loro di rimanere nell’agone politico e da «rimpolpare» quei territori con volti noti, territori che sono stati in passato il tallone d’Achille alle Amministrative. Ma la pattuglia dei 110, più che a Grillo, ora guarda a Conte. «Aspettiamo un suo messaggio: solo dopo aver ascoltato cosa dirà, decideremo il da farsi», confida un M5S di peso. E non a caso c’è chi, come l’ex sottosegretario Vincenzo Santangelo, attende: «Ad oggi la regola esiste. Se domani verrà confermata anche da Conte, la rispetterò con la massima serenità tornando al mio lavoro di architetto, nel caso contrario valuterò la mia eventuale terza candidatura».