Corriere della Sera, 28 marzo 2021
Il caso del professore Pasquale Vespa
Non sono passate quarantotto ore dall’esplosione del caso che il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha preso la sua decisione: Pasquale Vespa è stato sollevato dal suo incarico. Un caso che aveva creato uno scontro politico all’interno del governo, quello tra l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina – Movimento Cinque stelle – e un collaboratore del sottosegretario Rossano Sasso della Lega di Salvini.
L’ex ministra Azzolina venerdì aveva attaccato duramente la scelta che Sasso aveva fatto portando con sé Pasquale Vespa, sindacalista, professore precario nel circuito leghista: «È un cyber bullo, mi molesta sui social da anni».
Azzolina aveva affermato: «Non ho mai conosciuto Pasquale Vespa, ma nei miei confronti ha tirato fuori i peggiori istinti umani». Quattro o cinque post al giorno sui social, sarebbe stato l’attacco cibernetico secondo l’ex ministra che ha aggiunto: «Ho cancellato tutto, ma tutti i post li ho messi da parte».
Messi da parte per trascinare in tribunale il sindacalista precario: a breve ci sarà un’udienza e sarà il giudice a stabilire la verità giudiziaria.
Nel frattempo il ministro Bianchi non si è fatto pregare e «pur riconoscendo l’autonomia dei sottosegretari nella nomina del loro staff – è scritto in una nota ministeriale – alla luce di quanto emerso da notizie di stampa», ha chiesto al suo sottosegretario Sasso di valutare «attentamente» e «rapidamente» l’opportunità della nomina del professor Pasquale Vespa.
Un ben servito senza se e senza ma, quello di Bianchi, in mezzo al quale non poteva che stridere il silenzio di ieri dello stesso sottosegretario Sasso. Un silenzio che ha irritato non poco i deputati e le deputate del Movimento Cinque stelle e la stessa ex ministra Azzolina che ha accusato apertamente il sottosegretario di «difendere l’indifendibile».
Secondo l’Azzolina, oltre alle parole scritte Pasquale Vespa avrebbe realizzato anche un video «davvero brutto», per colpa del quale l’ex ministra ha chiesto e ottenuto una scorta. Il pressing dei parlamentari Cinque Stelle non si è fatto attendere e tutti insieme in una nota hanno rilevato che la posizione di Pasquale Vespa rendeva il caso «ancora più grave poiché lo stesso Vespa è un docente con il compito di educare i ragazzi ai principi e ai valori sacrosanti del rispetto e della tolleranza». Sarà un giudice del tribunale, da qui a breve, a stabilire se Vespa si è comportato effettivamente da cyber bullo o, peggio ancora, da stalker della ex ministra dell’Istruzione. Il reato di stalking è contemplato dal codice penale italiano dalla legge numero 38 del 2009.
Formalmente quella di Vespa è stata «un’autosospensione» dello stesso consulente, peraltro concordata dal ministro Bianchi con il sottosegretario Sasso, una forma di prassi in uso nei contenziosi a sfondo anche politico.
Ma la verità è che è stata la stessa ex ministra la prima che ha ringraziato il suo successore con una nota molto esplicita. Ha scritto Lucia Azzolina: «Ringrazio il ministro Bianchi per la decisione di revocare l’incarico a Pasquale Vespa. Ha fatto la cosa giusta».
La nomina di Vespa era tanto più stridente in quanto il sottosegretario all’Istruzione ha ricevuto una delega precisa mirata al contrasto del cyberbullismo.
«Era impensabile che proprio nello staff di Rossano Sasso ci fosse un simile personaggio che mi ha minacciato per anni, e che per questo è a processo: sarebbe stato un segnale terribile per la stessa comunità scolastica – ha concluso Azzolina —. Non è solo con le norme ma anche con gli esempi che si formano i giovani».