ItaliaOggi, 27 marzo 2021
È morta Uta Ranke-Heinemann, la diavolessa verde
La mia intervista con Uta, la diavolessa verde, fu la più difficile e la più divertente. E non uscì mai. È morta Uta Ranke-Heinemann, a 93 anni, di grüne Teufelin, come la chiamavano, non perché fosse ecologista ma per il tailleur in pelle verde che sceglieva quando appariva alla tv, la prima donna a cui la Chiesa cattolica affidò una cattedra di teologia, e se ne pentì amaramente. Aveva scelto un diavolo, una strega. Quando morì papa Wojtyla, il giornale (non questo) chiese ai corrispondenti all’estero un’intervista con qualche esperto sul nuovo pontefice. Quale avrebbero preferito? E io scelsi Frau Uta. Le telefonai, e la sorpresi mentre curava le rose nel suo giardino.
«Non importa, anche se lei è italiano e il suo giornale non pubblicherà mai un’intervista con me». Era figlia di Gustav Heinemann, il presidente della repubbica. «Uta, non mi contraddire sempre», le diceva da bambina. Un vizio, o una virtù. Luterana, nel 1953 divenne cattolica per sposare il compagno di scuola Edmund Ranke. A Monaco studiò teologia insieme con Joseph Ratzinger. «Che lei, non vorrebbe come Papa», le dissi e sbagliai. «Ma siamo sempre amici, un grande teologo accanto a Giovanni Paolo». Intuii che lei non amasse tanto il papa polacco. «Era un devoto della Madonna, ne parlava sempre, forse doveva avere un problema con la madre», osservai.
«Perché no con il padre?», mi corresse. Parlavamo in tedesco, ma chi studia teologia sa il latino, e anche l’italiano. Mi chiese di leggere l’intervista, e acconsentii perché era gentile, non c’eravamo mai visti, e me l’aveva concessa al telefono, privilegio molto raro in Germania. Nel 1969, l’anno in cui il padre venne eletto presidente della repubblica, lei fu la prima donna al mondo a essere abilitata in teologia. L’ anno dopo ebbe una cattedra a Neuss, in Renania. E cominciò a pubblicare saggi che non piacquero al Vaticano. Nel 1980 criticò la prima visita di Wojtyla in Germania: «Uno spettacolo». E condannò il sexualpessimismus della Chiesa. Poi mise in dubbio il dogma della verginità della Madonna. Un po’ troppo, e nel 1987 le tolsero la cattedra.
A 60 anni fu costretta a insegnare religione ai licei. L’anno seguente pubblicò Eunuchen für das Himmelreich, eunuchi per il Regno dei Cieli, un bestseller mondiale, a cui seguì Nein und Amen, un manuale per i dubbi di fede, precisava il sottotitolo. «Immagino che lei sia uscita dalla Chiesa», commentai. Non ne dicevo una giusta. «Niente affatto». Ma perché mai? insistei. «Così la chiesa è costretta a accettare il denaro del demonio, della diavolessa».
In Germania le tasse ecclesiastiche sono diverse da quelle italiane, si paga dal 6% all’8% in più, oltre le imposte dovute allo Stato. Per essere esenti bisogna uscire ufficialmente dalla Chiesa. Un orgoglioso dispetto che costava a Frau Uta oltre 40 mila euro all’anno, non resistette a precisare, commettendo un peccato d’orgoglio. Nel ’99, la Linke, il partito dell’estrema sinistra, la candidò alla presidenza della repubblica, ma contro il socialdemocratico Johannes Rau, che era suo cugino non aveva alcuna chance di vittoria. «Johannes non approva quel che scrivo, sono un problema per la nostra famiglia», mi confidò fuori tema con l’intervista.
Le mandai il testo via mail. Mi richiamò: «Non mi piace che mi definisca la diavolessa verde». Ma lo fanno tutti. «E lei eviti». Le rimandai il testo. Mi chiamò di nuovo, avevo sbagliato un termine teologico. Aveva ragione lei. Mandai ancora il testo corretto. E lei mi telefonò: «Lei è bravo, ma distratto, non ha cambiato una sola parola». Chissà come l’avrà intuito, però io avevo riportato fedelmente la sua correzione. le assicurai. Un’ora dopo, una telefonata.
«Ho fatto leggere l’intervista a mio figlio, che sa l’italiano meglio di me, ha ragione lei». Ridemmo sulla nostra distrazione, il giorno dopo il suo compagno di studi Ratzinger fu eletto Papa. E l’intervista era diventata inutile, non sarebbe stata pubblicata. La chiamai per l’ultima volta, e Frau Uta con fair-play non commentò: l’avevo detto.