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 2021  marzo 27 Sabato calendario

A Dazn i diritti della Serie A fino al 2024

Sedici voti per voltare una pagina lunga quasi 30 anni. Con l’assegnazione dei diritti tv 2021-24, la Serie A entra in una nuova era: dal satellite allo streaming via Internet, da Sky a Dazn. L’azienda di Santa Giulia perde la posizione di forza che durava dal 1993. La Lega ha approvato l’offerta di 840 milioni a stagione di Dazn per sette partite in esclusiva e tre in co-esclusiva ogni giornata.
Decisivo il cambio di posizione di cinque club che finora si erano astenuti: Roma, Bologna, Spezia, Cagliari e Benevento. Il gruppo dei favorevoli dopo settimane di tentativi infruttuosi è riuscito a superare il quorum fissato a quota 14. Contrarie sono rimaste solo Genoa, Sampdoria, Sassuolo e Crotone, preoccupate per la tenuta tecnologica di dieci partite sul web e ancora impegnate a difendere l’operazione dei fondi Cvc, Advent e Fsi (1,7 miliardi per il 10% della media-company della Serie A). Roma e Bologna avrebbero voluto assegnare subito il pacchetto 2, tre partite in co-esclusiva su ogni piattaforma, per il quale Sky ha offerto 70 milioni. La maggioranza ha invece preferito prendere tempo fino a lunedì.
Ieri sono filtrate indiscrezioni circa un possibile ricorso legale di Sky, legato all’entrata in scena di Tim a gara aperta. La possibile motivazione sarebbe da ricercare nel ripetuto riferimento di un consulente sentito dalla Lega in una delle ultime assemblee all’offerta «Dazn-Tim». Ufficialmente si tratta solo di un’intesa commerciale, legata alla distribuzione, come annunciato ieri dalle due società. Tim, in questo ambito, garantirebbe – secondo indiscrezioni mai smentite – 340 milioni sugli 840 messi sul tavolo da Dazn per ciascuna stagione, per un impegno complessivo di oltre un miliardo.
Per Dazn, arrivata in Italia nel 2018 e fondata tre anni prima a Londra da Len Blavatnik, magnate ucraino da 30 miliardi di dollari, si aprono nel nostro Paese opportunità e rischi elevati. «L’esperienza del calcio in tv sarà più ricca ed interattiva, grazie all’integrazione di contenuti originali e nuove funzionalità. E il prezzo rifletterà la nostra filosofia, sarà più accessibile di quello attuale», assicura la numero uno in Italia di Dazn, Veronica Diquattro. Le nuove offerte arriveranno prima della fine del campionato, ma potrebbero essere tra 30 e 35 euro al mese. «È un cambiamento significativo per il prodotto sportivo e riguarda una platea di 2,5-3 milioni di potenziali utenti-tifosi», dice Augusto Preta, esperto a capo di ItMedia Consulting. Si può supporre che Dazn, che non ha mai svelato il numero di abbonati ne nostro Paese, abbia «una base di clienti molto variabile da 1 fino a 1,5-2 milioni di clienti. Con l’investimento si pone un tema di sostenibilità del business, che Sky legava al resto dell’offerta». E mentre Sky rivendica un’offerta sport che «resta al top» e preannuncia «nuovi investimenti» per ampliare il bouquet, Tim entra in partita, con l’accordo di distribuzione su Timvision per tre anni a partire da luglio. L’accordo con Dazn, spiegano dal gruppo, «rafforzerà la strategia convergente» fisso-mobile-contenuti dell’ex monopolista (+3,48% ieri in Borsa) come pure permetterà di «potenziare e accelerare il processo di digitalizzazione del Paese».
Il calcio in mano a Dazn sarà «un volano» per l’Internet superveloce, concorda l’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo. In un Paese dove, come ha detto di recente il ministro Colao, a tutt’oggi il 60% delle famiglie, 16 milioni, «non usufruisce di servizi Internet di rete fissa o non ha connessione fissa a banda ultra larga», sarà un maxi-test per la rete. Tim assicura che il 90% delle sue linee fisse attive è pronto per fornire l’accesso a banda ultra larga, in più schiera le tecnologie mobile, Fwa e Wifi satellitare. «Molto – dice Antonio Capone, docente di Telecomunicazioni al Politecnico di Milano – dipenderà dalla qualità degli investimenti per assicurare una distribuzione ben dimensionata dello streaming nei momenti di picco che gli eventi sportivi comportano». —