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 2021  febbraio 26 Venerdì calendario

Bolloré patteggia con la giustizia francese (26/2/2021)

Vincent Bolloré riconosce la colpevolezza nell’inchiesta aperta dalla magistratura sulla presunta corruzione di regimi africani. La decisione della giustizia francese è arrivata oggi. I manager del gruppo erano accusati di aver finanziato campagne elettorali in Africa in cambio di concessioni e appalti. I pm della Procura finanziaria nazionale (Pnf) sospettavano il gruppo Bolloré di aver utilizzato le attività di consulenza politica della sua filiale Euro Rscg – ora Havas – per ottenere la gestione del porto di Lomé, in Togo, a beneficio di un’altra delle sue filiali, Bolloré Africa Logistics. I fatti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2011 e riguardano l’allora presidente togolose Faure Gnassingbé.
Bolloré e altri due manager del gruppo hanno accettato di comparire in tribunale a Parigi nella procedura che prevede il riconoscimento preventivo della colpa e il pagamento di una multa. Gli avvocati della difesa pensavano così di chiudere tutto il procedimento. Ma all’udienza il giudice ha stabilito che la sanzione era “inadatta” alla gravità delle accuse e che resta comunque necessario un processo penale. Spetta ora ai giudici istruttori incaricati del fascicolo al Pnf decidere se rinviare o meno il miliardario a processo.
Intanto il gruppo si è impegato a pagare allo Stato francese entro dieci giorni una multa di 12 milioni di euro, secondo un comunicato stampa della Procura finanziaria nazionale, una somma calcolata sull’importo presunto dei profitti che il gruppo ha tratto dalla concessione del porto di Lomé. Per quanto riguarda Bolloré e i suoi due manager è stata stabilita invece una sanzione di 375mila euro ciascuno, il massimo legale.
Quando nel 2018 Bolloré era stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati aveva denunciato “accuse infondate”. Salvo poi cercare un patteggiamento per evitare una condanna che potrebbe avere pesanti ripercussioni sul gruppo. L’imprenditore bretone, patron di Vivendi, era presente al tribunale e ha pubblicamente riconosciuto le accuse di corruzione. La maggior parte del fatturato del gruppo Bolloré è realizzato all’estero, in particolare in Africa. Piantagioni, concessioni ferroviari, logistica e gestione di porti. Dal Camerun alla Costa d’Avorio, dal Togo al Burkina-Faso, al Ghana alla Nigeria. Lo sbarco nel continente è avvenuto nel 1985 con l’acquisto del Groupe Rivaud fondato all’epoca d’oro del colonialismo. Sono le attività su cui le comunicazioni del gruppo sono meno trasparenti, anche perché incrociano spesso relazioni con dittature. Molte Ong –  tra cui Greenpeace, Attac, Amis de la Terre – hanno più volte rilanciato sospetti di corruzione e abusi di vario tipo che l’imprenditore bretone ha sempre negato, minacciando querele ai giornalisti che hanno voluto indagare.