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 2021  marzo 26 Venerdì calendario

Vestiti fatti con i funghi

Ispirarsi alla creatività della natura, per restituirle ciò che ci ha dato: un assunto semplice e rivoluzionario, quello alla base del lavoro di molte startup, che cercano oggi alternative sostenibili alla pelle e altri materiali di origine animale. La notizia più recente in materia riguarda Stella McCartney, che ha appena presentato due pezzi realizzati in Mylo: il top bustier e i pantaloni in questione appaiono in pelle, anche se non c’è traccia di tessuto animale. Testimonial del lancio è Paris Jackson, figlia di Michael. La consistenza, sviluppata in collaborazione tra la creativa e Bolt Threads, deriva dal micelio, ossia l’apparato vegetativo dei funghi, che si sviluppa al di sotto della superficie in una serie di filamenti. Un gioco di squadra iniziato già nel 2017, con un prototipo in Mylo della Falabella la borsa sinonimo del brand esposta nel 2018 alla mostra Fashioned from Nature al Victoria & Albert Museum di Londra.
NIENTE PLASTICA
La creazione di due pezzi d’abbigliamento, ancora non in commercio, fa ben sperare per il futuro: una posizione condivisa dalla stessa stilista, che ne ha parlato un paio di giorni fa, durante una videoconferenza organizzata per presentare la sua nuova collezione invernale. «Questi prodotti realizzati in collaborazione con Bolt Threads sono a base biologica, e di conseguenza costruiti con materiali rinnovabili, e inoltre non contengono plastica, come la maggior parte delle pelli sintetiche» ha spiegato McCartney. «Abbiamo sostenuto questa incredibile novità sin dai suoi inizi perché credo che i nostri consumatori non dovrebbero mai trovarsi costretti a sacrificare la sostenibilità per il lusso, e Mylo ci offre una soluzione in questo senso. Non vedo l’ora di poter inserire capi in Mylo nelle mie collezioni future».
Una scoperta, quella di Bolt Threads, che non sarà sfruttata solo dalla McCartney: l’azienda nella quale hanno investito nel 2018 visionari come il cofondatore di PayPal Peter Thiel e l’ex ceo di Google Eric Schmidt ha annunciato lo scorso anno che fornirà l’accesso esclusivo al Mylo a una serie di brand, che comprendono Adidas, Lululemon, il conglomerato del lusso Kering e, ovviamente, Stella McCartney. Tra le innovazioni già inserite, invece, nelle collezioni della maison inglese c’è la Microsilk, sviluppata sempre insieme a Bolt Threads: una seta sviluppata in laboratorio, e copiata da quella realizzata naturalmente dai ragni. Processi che non solo risparmiano la vita agli animali, ma che consentono un diminuzione dell’impatto ambientale. L’allevamento di bestiame è responsabile del 18% delle emissioni dei gas serra mondiali, con la distruzione di alcuni ecosistemi, come nel caso della foresta amazzonica: il 70-80% della sua area disboscata è utilizzata oggi proprio per l’allevamento dei bovini.

BREVETTI
Un argomento caro anche ad Hermès che ha da poco annunciato il lancio di Victoria, borsa che arriverà sul mercato il prossimo autunno, realizzata in Sylvania, materiale naturale che parte sempre dal micelio (in questo caso chiamato Fine Mycelium) sviluppato grazie a un brevetto dell’azienda californiana MycoWorks, e poi conciato negli atelier del brand. Altra realtà di spicco nel pantheon delle startup, Mycoworks ha ricevuto nel 2020 45 milioni di dollari in finanziamenti, anche da parte di privati come il cantante John Legend e l’attrice Natalie Portman. E a casa nostra? C’è Muskin, materiale ricavato dal fungo Phellinus ellipsoideus, realizzato dall’azienda di Montelupo Fiorentino Grado Zero, ma anche la wineleather, consistenza vegetale realizzata con le vinacce, ossia gli scarti di produzione del vino, e utilizzata dal brand Handpicked per realizzare una giacca di questa collezione estiva. Il futuro è appena iniziato.