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 2021  marzo 24 Mercoledì calendario

Piani da Guerra fredda: Xi come Kissinger

Cinquant’anni fa, nel luglio del 1971, Henry Kissinger, superconsigliere di Nixon, volò in Cina in segreto per trattare il disgelo. Fu un capolavoro di «diplomazia triangolare»: gli Stati Uniti si infilarono nel varco della rivalità feroce tra Mosca e Pechino giocando su due tavoli, creando relazioni più strette sia con la Cina sia con l’Unione Sovietica di quelle che i due Paesi comunisti avevano tra di loro. Oggi il triangolo è rovesciato.
Di ritorno da Anchorage, dove per conto di Xi Jinping ha rinfacciato ad Antony Blinken di avere piani da Guerra fredda, il ministro degli Esteri Wang Yi ha accolto il capo della diplomazia russa Sergey Lavrov.
I cinesi hanno reagito con una rappresaglia diplomatica furiosa alle sanzioni politiche per la violazione dei diritti umani nello Xinjiang varate dall’Unione Europea. Hanno così spinto Roma, Berlino, Parigi e Bruxelles a convocare per una protesta gli ambasciatori cinesi, elevando il livello dello scontro. Ma Xi crede che Washington nel lungo periodo avrà difficoltà nel costituire un fronte unito per il contenimento, visto che la Cina è un mercato commerciale di cui non si può fare a meno: è il primo partner nell’interscambio per Seul e Tokyo e dal 2020 anche per la Ue. A Pechino si sono convinti che i calcoli dell’economia globalizzata lasceranno l’America allo scoperto. «Alle nazioni asiatiche ricordiamo che la Cina è un vicino inamovibile, mentre gli Stati Uniti sono geograficamente estranei in questa parte del mondo», ha scritto il Quotidiano del Popolo.
La triangolazione con Mosca serve ad allargare il fronte ed evitare l’accerchiamento. L’Urss era una superpotenza militare ma un nano economico; nella Nuova Guerra fredda la Cina è un gigante industriale. Per stringere di più l’alleanza e abbassare il prezzo delle sanzioni, Lavrov vorrebbe ridurre la dipendenza dal dollaro, regolando l’interscambio Mosca-Pechino (101 miliardi di dollari) in yuan e rubli.
Xi Jinping conosce bene Joe Biden: nel 2011 e nel 2012, quando entrambi erano vicepresidenti spesero decine di ore a colloquio, perché il presidente Obama voleva sapere di più sull’uomo che avrebbe guidato la Cina. Il leader cinese pensa che l’avversario sia mosso da ideali e interessi nazionali. I suoi inviati di ritorno dall’Alaska gli hanno riferito che, pur facendo un po’ di teatro davanti alle telecamere con dichiarazioni forti, gli americani hanno chiarito di essere pronti a percorrere ogni via per difendere il primato; che nella sfida diretta ci sarà continuità con la linea tracciata da Trump, anche se i modi saranno più civilizzati; che Biden ha bisogno di tempo per rafforzare l’economia interna e riallacciare le grandi alleanze, ma che è disposto ad andare allo scontro se necessario per proteggere gli interessi strategici. Così nell’attesa Xi ricalca la diplomazia triangolare di Kissinger.