ItaliaOggi, 24 marzo 2021
Periscopio
Matteo Renzi senza felpa sembrava più felpato. Dino Basili. Studi Cattolici.
È da dieci anni, dalla fine della segreteria di Walter Veltroni, che i vari segretari non hanno fatto altro che sfasciare il partito. Ora la sfida è impervia. Bisogna recuperare i consensi delle periferie, in senso territoriale, sociale ed economico, dei lavoratori a basso reddito e dei precari che sono stati ignorati e sono passati a destra. Un partito delle città, dei centri, delle élite non sarà mai maggioritario nel Paese. Il Pd deve essere più attento ai fragili, ma anche più pragmatica. I temi esclusivamente ideologici non pagano più. Paolo Natale, politologo all’Università Statale di Milano (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Diciamoci la verità: quando abbiamo saputo che Nicolas Sarkozy (che aveva divorziato subito dopo essere stato eletto presidente della Repubblica) si era fidanzato con Carla Bruni, un po’ tutti abbiamo pensato che sarebbe stata una storia passeggera. Invece sono ancora insieme; e Carla continua a difendere il marito, ormai lontano dal potere. E anche quando, come nei giorni scorsi viene condannato in tribunale. Aldo Cazzullo. Corsera.
Lui, deputato comunista di Reggio Emilia, non ci andava volentieri alle Botteghe Oscure. Quel portone, quei corridoi e sale erano una materializzazione inadeguata e insieme presuntuosa. Lo deludevano non senza metterlo in soggezione. Pensava che il comunismo italiano diventava troppo Roma, là dentro. Ci andava per prendere ordini. E se ce ne fossero stati di ordini. Nessuno ne aveva. Nessuno notato la sua presenza, nemmeno lo riconobbe. E c’era dunque anche la suscettibilità offesa: «Dove sono un ignoto, sono un intruso». Guido Morselli, Il comunista. Bompiani, 1976.
Noi giornalisti dobbiamo essere spontanei, veri, autentici. Non scrivo mai se non sono convinto di quello che dico e, se sono, convinto, riesco a far capire le mie ragioni anche agli altri. Poi bisogna curare molto le notizie, le foto e la scrittura del pezzo, senza preoccuparsi troppo della lunghezza perchè un articolo bello è sempre tropo breve. Luciana Baldrighi, Feltri racconta Feltri. Sperling & Kupfer Editori, 1997.
Faccio un sacco di cose, certo. Mi spiega bene quella canzone di George Moustaki che dice: «Abbiamo tutta la vita per divertirci, abbiamo la morte per riposarci». Amo l’impegno. Attraverso l’impegno trovo sempre nuova energia. Erano così anche i miei genitori. Lavoro, ad esempio, come se la pandemia non ci fosse. Non è mio compito trovare una soluzione. È mio compito portare avanti le cose anche in un percorso ad ostacoli o controvento. In questo caso il vento è una lentezza aggiunta alle cose. Elisabetta Sgarbi, editrice (Maurizio Cavezan). Panorama.
Siamo un paese in piena decadenza. Ciò non toglie che la mancanza in Italia di quello che Leopardi chiamava il «tono» nazionale, lascia aperta la porta a creatività e generosità di singoli e di gruppi che abbiamo sperimentato anche questa volta. Ma ormai solo andandosene via, una gioventù sempre più ridotta, trova lavoro e possibilità di inventarsi una vita. È la nuova migrazione. Perciò la domanda è: riuscirà l’Europa a diventare una vera confederazione di Stati o resterà solo una multiforme accozzaglia di nanopotenze tra di loro conflittuali? Mi dispiace ma non ho una risposta sotto mano. Adriano Prosperi, storico (Antonio Gnoli). la Repubblica.
«Sono l’unico uomo al mondo che si chiama come un bar, anziché viceversa», ride di sé Arrigo Cipriani, rimirando dalle finestre di casa, davanti alla Giudecca, la facciata palladiana della basilica del Redentore, «che cambia colore a ogni ora del giorno». Il 13 maggio compirà 90 anni. Non lui: l’Harry’s bar di Venezia. Stefano Lorenzetto L’Arena.
Con quella prosa asciutta, brutale come certe risse da vicolo, Hammett prese metaforicamente a calci l’investigatore alla Philo Vance, in veste da camera di seta e sigaretta Régis col bocchino d’oro, e la vecchietta di Agatha Christie che risolveva omicidi mentre cucinava biscotti nel cottage della campagna inglese. Con lui arriva l’addio al delitto-cruciverba, l’omicidio che sembra sia stato infilato in un romanzo solo per intrattenere il lettore, per offrirgli un enigma e poi una soluzione rassicurante, in cui l’ordine borghese torna a ricomporsi dopo l’immancabile smascheramento del colpevole. Maurizio Pilotti, Libertà.
Montagne altissime cadono a picco sul lago di Braies (Cortina d’Ampezzo), foreste di pini e di abeti, popolate di cervi e di caprioli scendono a lambire lo specchio verde che col declinare del giorno muta colore, e da verde si fa celeste, viola, turchino e poi nero di un nero notturno intriso di porpora. I temporali d’estate riempiono la valle di grida e di lamenti strani, il tuono vi ha voce di belva. All’alba grandi uccelli bianchi dalle lunghe zampe rosse vengono a posarsi sul lago, sono uccelli migranti, scesi dall’estremo settentrione d’Europa. Gli italiani non amano il lago di Braies perché, come diceva Leopardi, sono «oppidani», hanno paura della natura selvaggia, amano la natura addomesticata, i luoghi ridenti, vogliono sentirsi al sicuro. Curzio Malaparte, Battibecchi. Florentia, 1993.
I Romani nulla di proprio lasciarono in filosofia, mentre l’ingegno italiano da san Tommaso a Vico vi pose pietre miliari. Si può dire che per i Romani, arte, pensiero e religione fossero parte della vita e per gli Italiani la vita fu consumata come arte e pensiero e religione. Giuseppe Prezzolini, L’Italia finisce. Rusconi libri, 1994.
Nella Barcellona turbolenta dall’inizio ’900 potevi vedere sulle Ramblas sovversivi che, tra i borghesi a passeggio, chiedevano l’elemosina per pagarsi la dinamite. Anche se la città ha un appellativo florale e vagamente baudeleriano: Rosa de Foc, Rosa di Fuoco. Mario Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza.
Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo. Ma anche come se fosse il primo. Roberto Gervaso.