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 2021  marzo 23 Martedì calendario

Periscopio

Il salto di qualità dei grillini non è passato dal qua. Piano contro piano, si va piano. Dino Basili (Studi Cattolici).
Draghi costringerà un po’ tutti a un esame di coscienza. Ma l’esito è imprevedibile. Quel che mi sento di congetturare è una cosa soltanto: la destra si gioca molto del suo futuro. Perché, a seconda di come calerà le sue carte, l’esperimento Draghi potrebbe far svanire il vantaggio elettorale che ora i sondaggi le assegnano, oppure fornirle la legittimazione definitiva di cui ha bisogno. Luca Ricolfi, sociologo (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Dai portoghesi agli olandesi, pur essendo anche loro investiti dalla pandemia come noi, votano ugualmente perché sanno che non si deve scherzare con la democrazia. Lodovico Festa (Studi Cattolici).

Franco Marini, ministro del lavoro nell’ultimo governo Andreotti, segretario dei Popolari, sostenitore del governo D’Alema, mancò il Quirinale la prima volta nel 1999, quando si trovò sulla strada la candidatura di Carlo Azeglio Ciampi. Raccontava che uno dei giorni più belli della sua vita era stato il raduno degli alpini del 2015 all’Aquila, il capoluogo del suo Abruzzo risorto dal terremoto. Era un bell’uomo e una bella persona. A chi ama la cosa pubblica mancherà molto. Aldo Cazzullo. Corsera.

Il fantasma della povertà sta bussando alle nostre porte: il fantasma della povertà materiale, ma soprattutto il fantasma della povertà spirituale, la madre di tutte le povertà. Dopo l’estasi prodotta dalla droga «mercatista», ora viene infatti la depressione. Come se l’universo fosse un supermercato, stiamo consumando il futuro dei nostri figli, con il rischio di farlo tanto in fretta da vedere noi stessi gli effetti delle nostre azioni. Giulio Tremonti, La paura e la speranza. Mondadori, 2008.

Alto e massiccio, Mauro Mellini, pur non essendo un ragazzino, prosegue imperterrito nella sua attività di avvocato. Lo studio, nel classico palazzo umbertino dei Prati, spira la solidità borghese delle professioni liberali, tra libri, mobili pesanti e scartoffie accumulate in decenni di lavoro individuale. In questa manciata di locali e l’aiuto di qualche giovane, l’ex deputato radicale continua la sua battaglia per la «giustizia giusta» iniziata negli anni 60 e che nell’era del web ha preso la forma di un blog dello stesso nome con un www. davanti. Ho sempre votato, senza entusiasmo, il partito più lontano dai magistrati, cioè Berlusconi. Mauro Mellini, avvocato (Gian Carlo Perna). Libero.

Fin dalla prima guerra mondiale il cinema non solo ha creato modelli di comportamento, modi di vestire, di muoversi, di parlare (il verbo «borelleggiare» nasce in contemporanea con l’ascesa della grande diva del muto), ma ha anche influenzato i modi di pensare, di agire in pubblico e privato, di uomini e donne che avevano una diversissima estrazione sociale. A parte il grande potere che il cinema ha avuto nell’organizzazione del consenso tra le due guerre (si pensi ai film «totalitari» di Leni Riefenstahl), non si è mai riflettuto abbastanza, per fare un esempio un po’ provocatorio, su come il cinema dei «Pierini» degli anni Settanta e i cine-panettoni siano stati la culla termo-statica da cui è nata una parte della classe politica di questi anni. Gian Piero Brunetta, critico cinematografico (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Non incontro il papa emerito Ratzinger. Non oserei mai disturbarlo. Un giorno mi telefonò il suo segretario Georg Gänswein: «Sua Santità la rivedrebbe volentieri, ma lei dovrà dimenticarsi di essere un giornalista». Peccato, perché fece commenti sulla situazione della Chiesa che erano da prima pagina. Sulla scrivania teneva solo due giornali, il Corriere della Sera e la Süddeutsche Zeitung. Vittorio Messori, scrittore (Stefano Lorenzetto). Corsera.

La P2 diede una mazzata fortissima al Corriere che in quegli anni stava andando molto bene. Repubblica era ancora un secondo giornale: eccellente, vivace, combattivo, ma alla fine di ogni articolo ti imponeva la domanda: sarà vero? Poi gli elenchi scoperti a Castiglion Fibocchi offrirono a Eugenio Scalfari l’opportunità di sferrare l’attacco decisivo. E per saccheggiare l’argenteria di via Solferino: se ne andarono Ronchey, Biagi e altri pezzi da novanta. Luciana Baldrighi, Feltri racconta Feltri. Sperling & Kupfer Editori, 1997.

Un mese fa al Forte dei Marmi una ragazza di poco più di 17 anni, disperata per amore, andò a buttarsi in mare. Quella mattina faceva un freddo cane, e l’acqua era così gelida che la ragazza tornò subito a riva, dicendo alla gente accorsa. «Fossi così stupida da affogarmi nell’acqua fredda!». Il che mi pare non soltanto un segno di buon senso, ma una prova dell’alto tenore di vita conquistato dal popolo italiano in questi ultimi anni. Oggi, almeno in Toscana, che vuol affogarsi d’inverno, pretende di affogarsi nell’acqua calda. Curzio Malaparte, Battibecchi. Florentia, 1993.

Mi diedero per morto. A tre anni m’infilai con la biciclettina in un tombino e il manubrio mi spappolò il pancreas sulla spina dorsale. Mi alimentarono artificialmente. Un calvario di tre mesi, finché i medici prepararono i miei genitori al distacco: vomitavo una bava gialla, non sarei arrivato alla fine della settimana. Un paio di giorni dopo, invece, aprii gli occhi e raccontai di un signore con la barba bianca. Sorrideva, diceva che sarei guarito. Nel pomeriggio notarono miglioramenti: il pancreas si stava riformando. La voce circolò e una processione di «fedeli» venne a mostrarmi delle immaginette. Dissi: è lui, quando vidi una foto di Padre Pio. Giovanni Gastel, fotografo (Pier Luigi Vercesi). Corsera.

Di forte incidenza, da parte di archivi desecretati della Santa sede, è quanto Pio XII dichiara all’ambasciatore d’Italia Dino Alfieri, il 14 maggio ’40: «Gli italiani sanno sicuramente le orribili cose che avvengono in Polonia. Noi dovremmo dire parole di fuoco contro simili cose, e solo ci trattiene dal farlo il sapere che renderemmo ancora più dura la condizione di quegli infelici, se parlassimo». È una giustificazione più volte addotta da papa Pacelli, specie dopo che cattolici e protestanti olandesi, insorti contro le persecuzioni, avevano causato un peggioramento dello stato di cose. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.

A Hermann ella sembrava essere l’incarnazione delle masse, sempre al seguito di qualche capo politico, ipnotizzata dagli slogan, sempre priva, in realtà, di un’opinione sua. Isaac B. Singer, Nemici – Una storia d’amore. Longanesi, 1972.

Una smentita è una notizia data due volte. Giulio Andreotti.

Se non avessi tanta paura di morire sarei già morto. Roberto Gervaso.