la Repubblica, 23 marzo 2021
Prendiamoci in giro, fa bene
Se quel simpatico presidente della Lega Trentina, anziché ubbidire alla sua rustica natura, avesse lasciato in pace quell’adorabile animale che ci colpevolizza con le sue salsicce, e avesse detto alle sue colleghe transfughe, “Care amiche mi spiace, però buona fortuna”, cosa sarebbe successo? A parte che queste deambulazioni tra destre sono affari loro, qualcuno avrebbe fatto il nome di tale giovanotto, dando al popolo italiano il quotidiano respiro di indignazione? Certo che no.Anzi, temo che il suo partito lo avrebbe ugualmente obbligato a dimettersi per aver trattato da amiche le rosee e grufolanti birichine.Tutti noi abbiamo la nostra dose di insulti (certi fortunati addirittura quotidiana) che ci dà un po’ di visibilità, e persino io, pur nella mia nullanza mediatica, posso vantare una valanga di vecchiaccia, vecchia bibbiona, strega puttana e, apoteosi, brutta maiala (povera creatura sacrificale, di cui adoro il guanciale, sempre maltrattata). Insomma i non insultati è come se non esistessero, depositati nell’angolo buio dell’inesistenza, e ormai non basta neppure più postare la propria immagine mentre si fa l’amore per ottenere un minimo di sghignazzi. Ma se una persona che potrebbe diventare un ottimo bersaglio, volontariamente si nega, non appare né posta né dà interviste né si siede ai tavolini a tre gambe dei nuovi medium dell’informazione, se insomma una probabile preda si comporta da nemico della patria, dove li tieni gli oltraggi e i vilipendi, come te ne liberi per sentirti importante?C’è chi ha osato l’inosabile, prendersela persino col Papa, tanto che pure io, laica, speravo che un fulmine divino colpisse i reprobi (spiace per i donnisti, ma erano soprattutto reprobe).Adesso ci sarebbe un bersaglio esemplare come non ce ne erano da tempo: il premier Mario Draghi, che in un momento di affanno e decadenza, però rischia di piacere: anzi piace, a noi anziane di cattivo umore addirittura molto, con quella bella faccia europea, non provinciale, che se vuoi vederlo tutti i giorni a tutte le ore come tutti gli altri (soprattutto Salvini che tuttora è il più piacione e ha almeno tre apparizioni ad ogni telegiornale), devi averne una foto in casa, con davanti un mazzetto di fiori. Certo il fremito è alto, molti scalpitano e c’è chi proprio non ce la fa: e senza osare il trattamento Renzi, il nuovo Caligola da lapidare anche quando sta zitto, ha iniziato a cercare eventuali pecche dell’uomo dallo sguardo ironico, frugando nella sua vita sin dai tempi dell’oratorio, purtroppo senza alcuna soddisfazione.Un metodo adottato dai più sapienti imbrattatori che frequentano i chiacchiericci televisivi e dei social, è quello di nominarlo con sussurro, rimpiangendo subito il genio dell’augusto predecessore 1 e 2, l’educato avvocato Conte che avrebbe salvato il Paese, soprattutto con il valente appoggio di Casalino che invece adesso non piace più, e tutti se la prendono con lui.La vita insomma è complicata, l’informazione pure e credo che non ci sia più il fiato per l’aggressione verbale che certo viene via facile (si fa meno fatica a dire frocio che a dialogare su “L’omosessualità nella Grecia antica” di Kenneth Dover).Chissà che una volta vaccinati, col permesso o addirittura l’obbligo di uscire dal nostro antro, e respirare, e toccare e guardare, e chi si ricorda come si fa, fare l’amore in piena fantasia, si senta il bisogno di liberarsi dall’obbligo di essere infelicemente, stupidamente cattivi: in quanto maga mi auguro un futuro mediatico politicamente ultrascorretto che ci liberi dall’ipersuscettibilità Sonciniana e ci faccia quindi riscoprire le meraviglie dello stare insieme dicendocene di ogni colore, giusto per prenderci finalmente in giro, volerci bene, ridarci quella gioia della vita che è il buon umore.