il Fatto Quotidiano, 21 marzo 2021
In Giappone ciliegi sbocciati in anticipo
In Italia. In vista dell’Equinozio di primavera, avvenuto ieri alle ore 10:37, il tempo di metà marzo ha mostrato la variabilità tipica di questo periodo. Con il fronte freddo di domenica scorsa, per la prima volta quest’anno sono scoppiati temporali diffusi dalle Venezie al Sud, anche con grandine e 15 cm di neve sul Carso. Al Nord-Ovest invece il secco foehn ha insistito fino a martedì, alimentando incendi boschivi specie in bassa Val Susa, mentre le piogge si concentravano al Meridione. Alba serena e pungente mercoledì al Centro-Nord, -7 °C presso Arezzo, poi da giovedì a ieri ulteriore impulso freddo da Nord-Est, grandinate sui frutteti in fiore della Romagna, venti di bora e rovesci di neve a bassa quota, da Varese, ad Altamura, a Cosenza. Sono eventi piuttosto ordinari in questa stagione: solo un anno fa, a fine marzo 2020 nevicò sulla pianura emiliana e il gelo danneggiò le colture in Sardegna, tradite semmai dai precedenti tepori anomali. Il 23 marzo la Giornata Mondiale della Meteorologia, quest’anno dedicata al tema “L’oceano, il nostro clima e il tempo”, in Italia verrà celebrata con un convegno online su http://gmm.aisam.eu.
Nel mondo. La settimana è stata invernale dalla Scandinavia al Centro-Est europeo, per contro un caldo straordinario ha interessato l’Islanda (fino a 20,4 °C), la penisola arabica (nuovi record nazionali di 41,5 °C in Qatar e 42,8 °C in Arabia Saudita), il Messico e il Sudafrica (44 °C); inoltre in Giappone mai i ciliegi erano fioriti così presto, l’11 marzo a Hiroshima e il 16 a Kyoto. Nella primavera cinese le tempeste di polvere dal deserto dei Gobi sono comuni, ma quella di lunedì è stata la più intensa da un decennio: dieci vittime e svariati dispersi in Mongolia, a Pechino aria irrespirabile e 350 voli aerei cancellati. In Colombia continuano le alluvioni che da gennaio hanno già causato 15 morti, e gli Stati Uniti hanno subìto bufere di neve a Ovest (quarta nevicata più abbondante di sempre a Denver, 69 cm) e tornado distruttivi dalla Louisiana all’Alabama. L’Eurac di Bolzano ha coordinato il primo studio sulla nevosità dell’intero arco alpino nell’ultimo mezzo secolo (Observed snow depth trends in the European Alps, su The Cryosphere): l’innevamento è diminuito quasi ovunque, specie sul versante sudalpino e sotto i 2.000 metri, e la stagione con suolo coperto da neve si è accorciata di circa un mese a danno di ecosistemi e sport invernali. La causa non è tanto una riduzione delle precipitazioni complessive, quanto l’aumento delle temperature che trasforma la neve in pioggia e fa fondere più rapidamente il manto nevoso. Altro che investire in nuovi impianti sciistici! Le nostre vite e l’economia dipendono dalla natura e ne fanno parte, non sono entità esterne a essa; per assicurare il benessere alle future generazioni, dobbiamo cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo, agiamo, misuriamo il successo individuale e collettivo, e adeguare (al ribasso) i nostri consumi al ritmo di rinnovazione di materie prime e servizi ecosistemici: sono alcuni messaggi-chiave del poderoso rapporto The Economics of Biodiversity: The Dasgupta Review pubblicato dal governo britannico. Gli fanno eco Johan Rockström e colleghi sulla rivista Ambio con Our Future in the Anthropocene biosphere, efficace trattazione delle crisi ecologiche in atto che vedono l’umanità minare le fondamenta della biosfera e l’abitabilità futura della Terra. La profonda trasformazione necessaria a traghettarci verso una durevole prosperità entro i limiti planetari non potrà che avvenire tramite una governance mondiale che sappia mettere in pratica le migliori acquisizioni della scienza. Un lettore mi ha scritto che queste informazioni sono “pornoclimatologia”: io spero ancora che siano prevenzione.