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 2021  marzo 21 Domenica calendario

Castagnetti e la prodezza che salva il calcio dall’ovvio

N é Messi né Cristiano Ronaldo. Neppure Haaland o Mbappé. Per giorni i due calciatori più ammirati al mondo sono stati Castagnetti e Lamela. Loro le prodezze più visualizzate alla fiera del web. Il primo ha segnato per la Cremonese da 70 metri, il secondo per il Tottenham di rabona. Per entrambi quello che viene definito “un gol impossibile”. Eppure è stato realizzato. E allora perché resta “incredibile” o peggio “irripetibile”? Non lo è, di fatto. A scorrere i precedenti, era già successo che Castagnetti segnasse “da casa” e Lamela con quel gesto di giocoleria calcistica.
Esistono professionisti delle due categorie: da un lato Mascara, Quagliarella, Florenzi, dall’altro Roccotelli e Quaresma (quando non va di trivela). Agenti speciali con licenza di osare. Hanno tentato di regolarizzare l’eccezione, di tramutare l’azzardo in confidenza. Non è a questo che dovrebbe tendere la gestione di un talento: a provocare i picchi nell’elettrocardiogramma di una partita? Non si può allenare l’audacia, ma la si può “disallenare”. Quando un giocatore tenta il colpaccio dalla panchina si alza lo sguardo al cielo: «Non è così che l’avevamo preparata in settimana». Il successo è invece un misto di predeterminazione e casualità. L’imprevedibile è la riserva dello schema, ma non può restare sempre a bordo campo. Eppure è ciò a cui stiamo assistendo.
Il dibattito sull’esclusione delle squadre italiane dall’Europa è divenuto, più che annoso, annuale. Si affida a una fenomenologia senza spirito, considera i patrimoni e le geografie. Trascura ad esempio questo: le italiane in Champions non dribblano (quella che ci prova di più è l’Atalanta, soltanto quattordicesima) o se lo fanno hanno percentuali di riuscita tra le più basse. Il lancio in profondità ha subito una rotazione di 180 gradi, sostituito dal cambio gioco orizzontale che non avanza di un centimetro. Al centrocampista con l’arco si preferisce quello col metronomo. E la musica, maestro? Nel calcio come in ogni altro settore non si premiano gli irregolari. Semmai li si venera nei necrologi. Finisce che nemmeno in poesia si esce dalla comfort zone, dall’autoserialità.
L’anomalia è sinonimo di disperazione. Sotto di due, molti allenatori buttano dentro le quattro punte. Cominciare così? Una pazzia, cose da Loco Bielsa. È invocata e poi vissuta come rassicurante l’ammissione dell’autore del gol “impossibile": «In realtà volevo rinviare” o “crossare». Riconcilia con la medietà, la trama strutturata, il grande centro moderato. Riduce la trasgressione a equivoco. Provaci ancora, Castagnetti!