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 2021  marzo 20 Sabato calendario

La restituzione dei Rosai di Klimt

Se c’è qualcosa che risulta pressoché impossibile, pur con tutta la buona volontà, è riparare ai torti della storia. Raramente basta l’indennizzo o il risarcimento materiale imposto dalla giustizia penale. Tanto meno se si tratta di ferite profonde e tragedie subite. Sulla giustizia riparativa esistono bibliografie interminabili e molto interessanti. Pur con questa consapevolezza di parzialità, ci sono casi in cui una riparazione è il minimo che ci si possa attendere. Per esempio attraverso la restituzione. È di qualche giorno fa la notizia (apparsa su Le Monde) che la Francia renderà agli eredi dei legittimi proprietari la tela di Gustav Klimt Rosai sotto gli alberi, esposta al Musée d’Orsay. La tela, di circa un metro per un metro, fu realizzata attorno al 1905 dall’artista austriaco già ampiamente affermato: figura in varie esposizioni quando già il proprietario è l’industriale ebreo Victor Zuckerkandl, suo primo acquirente. Il quadro ha una storia parzialmente oscura: dalla messa in mostra alla Biennale di Venezia del 1910 passano settant’anni perché ritorni alla luce. Nel 1980 infatti il Musée d’Orsay, non ancora inaugurato, lo acquista dalla Galleria Peter Nathan di Zurigo. A venderlo alla galleria zurighese è stato un mediatore nazista austriaco che l’aveva ottenuto nel 1938 da Nora Stiasny, nipote del primo proprietario. La quale cedette la tela per pochissimo, essendo ridotta alla miseria prima di essere deportata in Polonia con la madre, il marito e il figlio. Tutti destinati a morire in un lager. La ricostruzione di queste vicende ha comportato un lavoro di ricerca coordinato dal Ministero della Cultura francese e dalla Galerie Belvedere di Vienna. I conservatori del museo parigino tengono a sottolineare che il capolavoro di Klimt fu acquistato dalla Francia secondo le regole del diritto internazionale, e hanno ragione a vantare l’orgoglio di una decisione, dal grande valore morale, che non era scontata.