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 2021  marzo 20 Sabato calendario

Le regolo di Grillo per i 5 Stelle in tv

Di nuovo Grillo, sempre Grillo a tenere la scena. Sembra un salto indietro nel tempo di otto anni, quando i Cinque Stelle sono sbarcati in Parlamento per la prima volta. Oggi come allora il blog del garante torna ad essere l’ombelico politico del Movimento. Oggi come allora Grillo detta la linea, comprese le regole per andare o meno in tv. Il garante in un post si lamenta dei toni e dei modi dei talk show e prova a imporre dei canoni: «Chiediamo che i nostri portavoce, ospiti in trasmissioni televisive, siano messi in condizione di poter esprimere i propri concetti senza interruzioni». E ancora: «Chiediamo, inoltre, che i nostri portavoce siano inquadrati in modalità singola, senza stacchi sugli altri ospiti presenti o sulle calzature indossate, affinché l’attenzione possa giustamente focalizzarsi sui concetti». 
Per Grillo si tratta di «poche regole, di buon senso oltre che di buona educazione, che se osservate consentiranno ai portavoce del Movimento Cinque Stelle di presenziare a trasmissioni televisive». Qualche eletto storce il naso, ma il garante non si ferma qui. Già nei giorni scorsi Grillo ha redarguito chi si è lanciato in interviste, ora cerca – secondo quanto rivela l’Adnkronos — di mettere a punto contromosse anche per «migliorare» le performance dei parlamentari. Si fa strada l’ipotesi di corsi di public speaking per i pentastellati e anche di un ciclo di lezioni da parte di Marco Morosini, docente di Politica ambientale a Zurigo, esperto quindi di «transizione ecologica», considerato vicino a Grillo. 
Il garante poi interviene ironizzando – proprio come una volta – sull’uso del termine grillini: «Non ce la siamo mai presa, non ce la prendiamo». E poi ipotizza una serie di diminuitivi anche per altri interlocutori: piddini, salvinini, renzini, melonini.
Intanto il post sulle regole tv provoca reazioni. Per il dem Filippo Sensi le parole di Grillo «segnano un pericoloso ritorni al passato». Replica anche Enrico Mentana: «Sono parole irricevibili». Il direttore del Tg La7 sottolinea: «Ognuno svolge il proprio ruolo, e a questo proposito ci sarebbe da capire quale è il ruolo di Grillo, e già che ci siamo di Conte. Se si chiede chiarezza bisogna anche dare chiarezza».
Ma mentre Grillo tiene la scena, nel Movimento Cinque Stelle inizia a pesare lo stallo politico. Crescono i malumori verso i vertici e verso Giuseppe Conte da parte dei parlamentari. «Ci viene chiesto di non muoverci sia a livello di immagine personale sia per mosse politiche sui territori, ma tutto rimane fermo: non è accettabile», dicono alcuni pentastellati. 
C’è chi assicura che siano imminenti nuovi passi, ma da oggi formalmente è scaduto anche l’interregno di trenta giorni della discussa reggenza di Vito Crimi e si è aperta di fatto una fase di vuoto di potere (ma non è esclusa una lettera del garante per «colmare» la lacuna). «Anche se Conte presentasse il suo piano a ridosso di Pasqua e si superassero in tempi brevi i problemi con Rousseau, il nuovo M5S non potrebbe essere ufficialmente operativo prima di maggio», spiega un deputato. Ipotesi che però sembrano allo stato attuale auspici e che fomentano l’ansia di un Movimento che ancora insegue il suo leader in pectore.