Il Sole 24 Ore, 19 marzo 2021
Google, piano da 7 miliardi negli Usa
Google lancia nuovi piani di espansione, fisica e non solo tecnologica. in America. Quest’anno investirà 7 miliardi di dollari in immobili – uffici e centri dati – da una costa all’altra degli Stati Uniti, da New York alla capitale Washington, da Chicago ad Atlanta. Crescerà anche in California, dove qualche protagonista dell’innovazione ipotizza invece esodi per costi, tasse e regolamentazioni eccessive: un miliardo di dollari è destinato alla patria di Silicon Valley. L’ampliamento genererà almeno diecimila posti di lavoro su scala nazionale.
Il piano di Google, controllata di Alphabet e regina di motori di ricerca e pubblicità digitale, è il più recente esempio della continua marcia dei colossi hi-tech. E mostra una Corporate America che comincia a guardare oltre la pandemia per sbloccare nuove scommesse e superare gli eccessivi limiti del lavoro remoto. Anche se i 7 miliardi mobilitati sono tuttora inferiori ai 13 miliardi del 2019 e ai 10 ipotizzati l’anno scorso prima di pause da coronavirus.
Il potenziamento dei Data Centers, in particolare, è ritenuto essenziale per lo sviluppo dell’attività cloud, dominata da Amazon e Microsoft e dove Google è ancora in perdita ma intende recuperare. Il focus sarà in Nebraska, South Carolina, Virginia, Nevada e Texas. Uffici del tutto nuovi nasceranno inoltre ancora in Texas, in Minnesota e North Carolina.
Google non è un caso isolato. Città quali New York, pur colpite duramente dalla crisi, sono un esempio delle strategie dell’intero settore: ha visto di recente annunci di investimenti in nuove sedi in arrivo anche da parte Apple, Amazon, Faceboook. Tech e Internet oggi a New York impiegano 333.000 persone e hanno creato occupazione nello stesso 2020, 22.000 posti nelle aziende citate. Adesso Google spenderà 250 milioni nel suo campus urbano di Hudson Square e aggiungerà tremila dipendenti ai 14.000 che già impiega in città.
La società, nell’insieme, ha svelato piani di real estate che vedranno una rafforzata presenza in ben 19 stati americani. Una distribuzione di risorse che, a detta dell’azienda, evidenzia obiettivi sociali oltre che di business, in risposta all’immagine di gruppi tech spesso poco impegnati sull’equità rispetto alla loro influenza: il chief executive Sundar Pichai ha affermato che l’espansione porterà con sé «diversità razziale sul posto di lavoro e maggiori investimenti in comunità diversificate». Google ha il 3,7% di dipendenti afroamericani e il 5,6% di ispanici, con percentuali inferiori tra i dirigenti. Il suo «impatto economico» sul Paese è stimato in 426 miliardi attività e in due milioni di aziende interessate. Sul futuro del lavoro Pichai ha aggiunto che «riunirsi di persona per collaborare è un valore chiave per la cultura di Google».