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 2021  marzo 18 Giovedì calendario

L’Italia di oggi nel discorso di Carter di 42 anni fa

C’è una crisis of confidence nella società italiana e, più in generale, occidentale. Pensando a tutto quello che sta accadendo sui vaccini, mi sono reso conto che Jimmy Carter aveva ragione. E mi sono inquietato: era il 15 luglio del 1979 e, in un famoso discorso serale alla Tv, il 39° presidente degli States partì dalla crisi energetica di fine anni 70 per fare una più ampia riflessione. Fino all’espressione rimasta nella storia: quella crisis of confidence (crisi della fiducia) nel Governo e nella più generale capacità d’azione delle istituzioni.La stessa cosa sta accadendo in Italia. Proviamo a rileggere Jimmy l’Onesto: «La minaccia alla democrazia non risalta subito all’occhio. È una crisi della fiducia, una crisi che colpisce nel più profondo il cuore, l’anima, lo spirito della nostra volontà nazionale. Possiamo vedere questa crisi nel dubbio crescente sul significato delle nostre stesse vite e la perdita dell’unità d’intenti per il nostro Paese». E osservava: «L’erosione della nostra fiducia nel futuro sta minacciando di distruggere il tessuto sociale e politico dell’America».
Sentite qua: «La fiducia nel futuro ha spinto qualsiasi cosa – istituzioni pubbliche e aziende private, le nostre famiglie, persino la Costituzione. La fiducia ha indicato la nostra rotta ed è servita come link tra le generazioni. Abbiamo sempre creduto in qualcosa chiamato progresso, abbiamo sempre avuto fiducia nel fatto che il futuro dei nostri figli sarebbe stato migliore del nostro». Vi suona? E qua siamo nel 1979, quasi 42 anni fa. Quando in Italia al Quirinale c’era Sandro Pertini, per capirci.
Ancora Carter: «La gente sta perdendo questa fiducia, non solo nel governo ma nella capacità in quanto cittadini di servire come legislatori ultimi e timonieri della nostra democrazia (…). Questi cambiamenti non sono successi in una notte, ma si sono verificati nell’ultima generazione, in anni pieni di shock e tragedie». L’ex presidente americano si riferiva al Vietnam, il Watergate e la prima crisi energetica del 1973: noi possiamo parlare di tutta l’ondata terroristica dall’11 settembre 2001 in avanti, crisi economica del 2008, nascita del complottismo planetario che ormai è endemico. Ma come vedete il discorso dell’uomo che l’anno dopo venne malamente battuto da Ronald Reagan regge ancora.
Solo che Jimmy, da buon predicatore venuto da Plains, Georgia, conosceva la ricetta: «Noi siamo gli stessi americani che appena 10 anni fa hanno mandato l’uomo sulla Luna. Siamo la generazione che ha spinto la nostra società alla ricerca di diritti umani e uguaglianza. E siamo la generazione che vincerà la guerra al problema energetico». Togliete «problema energetico», mettete «Covid 19» e al posto dell’uomo sulla Luna metteteci l’esplorazione di Marte, ed eccoci di nuovo davanti allo specchio.
E quindi? «In conclusione», terminava Carter, «fatemelo dire: farò del mio meglio, ma non da solo. Fate sentire la vostra voce. Quando avete occasione, dite qualcosa di buono sul nostro Paese. Con l’aiuto di Dio e per il bene della nostra nazione, è il momento di unire le nostre mani in America. Impegniamoci tutti per una rinascita dello spirito americano. Lavorando insieme con la nostra fede comune non potremo fallire».
È vero, Carter venne molto criticato per questo discorso passato alla storia come il discorso della malaise, il disagio. Aveva provato a incoraggiare il Paese e non c’era riuscito. Però pensate ai nostri giorni, a questo tempo sospeso e provate a fare una cosa: togliete America, mettete Italia e immaginate che questo discorso sia letto da Sergio Mattarella: visto?, funziona anche nel 2021.