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 2021  marzo 18 Giovedì calendario

Andrea Vitali, lo scrittore che vaccina gli anziani

Gli occhi celati dalla visiera. La mascherina, il camice azzurro, i guanti. Difficile riconoscere dietro i dispositivi di protezione il volto di uno degli autori più letti e prolifici del panorama italiano. 
«Dottore sono un po’ preoccupato». Il braccio dell’anziano trema in modo impercettibile. «Ma cosa dici Cecco, andrà tutto bene. L’ho fatto anche io il vaccino l’altro giorno e ora sono qui in piena forma. Fidati di me, sono io, l’Andrea. Non l’avevi capito?». La risata è fragorosa. L’articolo davanti al nome a racchiudere la consuetudine, l’amicizia, la comunità intera stretta nel palazzetto dello sport diventato per una settimana centro vaccinale per gli over 80 dei paesi del ramo lecchese del lago di Como. 
Tra i medici volontari che accolgono gli anziani per la profilassi contro il Covid anche Andrea Vitali, di casa a Bellano, piccolo borgo affacciato sul Lario, dove è nato e cresciuto, da sempre teatro dei suoi romanzi. Per quasi trent’anni è stato il dottore del paese, nel 2013 ha lasciato la professione per dedicarsi solo ai suoi libri. 
La pandemia ha cambiato in parte la sua vita. Già la scorsa primavera aveva accettato di sostituire alcuni colleghi, ha ripreso le visite a domicilio. Anche questa volta ha risposto alla chiamata. Quando si è trattato di reclutare personale per vaccinare i suoi concittadini si è rimesso il camice e ha impugnato la siringa invece della penna. 
«Non si poteva dire di no. Serviva una mano e voltarsi dall’altra parte non sarebbe stato etico», le parole sussurrate mentre raccoglie l’anamnesi clinica di un anziano per assicurarsi che non ci siano controindicazioni. Il tavolo, la matita, nessuna storia da raccontare in questo caso, ma decine di persone da rassicurare. A fine giornata saranno 126 gli anziani vaccinati, arrivano da Bellano, Dervio, Colico. Entro una settimana tutti gli over 80 che hanno aderito (776 in totale) riceveranno la prima dose. La Protezione civile a scaglionare ingressi e uscite, gli infermieri di Ats, il personale sanitario volontario, il sindaco Antonio Rusconi che si sposta a falcate veloci per controllare che non vi siano intoppi.
Vitali non perde la concentrazione. Appoggiato a un tavolino al centro del palazzetto si consulta con il collega più anziano. «Lui è Calogero Barranco, era responsabile del laboratorio di analisi qui a Bellano», la pacca sulle spalle quasi a presentarci uno dei suoi personaggi. «Questa però è la vita reale – confida —, fuori dai miei confini narrativi. Quanto sta accadendo da più di un anno ormai è talmente grave da lasciare muta anche la mia penna». 
Eppure Vitali ha scritto molto in questi mesi, l’ultimo romanzo racconta l’innamoramento di un giovane dottorino e presto tornerà in scena il maresciallo Maccadò, pronto a indagare su casi e misteri. 
«Ma nemmeno lui saprebbe dare una risposta a tutto questo dolore. Di una cosa però sono certo, se ne esce solo con il vaccino. Ecco perché sono qui. Gli anziani ancora una volta sono riusciti a stupirmi, ho trovato entusiasmo, tanta convinzione, pochi timori». Difficile rimettersi il camice? «Complicato utilizzare il computer per ricette e prescrizioni. Per uno che i libri li scrive ancora con quaderno e matita davvero un’impresa – il sorriso si intuisce dietro la mascherina —. Per il resto ho 65 anni, non sono ancora arrugginito. Se posso rendermi utile mi metto a disposizione, io come moltissime altre persone».
Squilla il cellulare. «Dimmi Carletto cosa c’è? Hai le vertigini? Finisco di vaccinare e passo da te». Cala la sera sul lago, Vitali impugna la valigetta marrone con gli attrezzi del mestiere e scompare lungo le vie del borgo.