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 2021  marzo 18 Giovedì calendario

Periscopio

Basta una zolla del prato, una pozzanghera o un palo per fare, o evitare, il gol. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
La vignetta di cui vado più orgoglioso è quella su D’Alema, quella cioè che mi ha dato più guai. Giorgio Forattini, disegnatore satirico (Giancarlo Perna). Libero.

Dopo tutte quelle bischerate sessiste sulle donne non rappresentate nel Pd bastava che uno nel Pd dicesse che adesso era la volta per una di loro e così Enrico Letta se ne restava a Parigi a fare il professore e continuare a sognare il Quirinale. Luigi Bisignani. Il Tempo.

I 5stelle, a tre anni dal successo che li ha incoronati primo partito, oggi vanno verso una diaspora dei Cinquestelle, da cui potrebbero nascere 2-3 partiti o gruppi parlamentari, e verso un grigio galleggiamento del Pd intorno al 20%, come si addice a un partito troppo insediato nei gangli del potere per poter scomparire, e troppo poco coraggioso per poter rinascere. Luca Ricolfi, sociologo (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Se la destra non cambia, i moderati preferiranno a lungo di farsi rappresentare da una sinistra che non è certo composta da pericolosi bolscevichi. Ernesto Galli della Logga, storico (Maurizio Caversan). LaVerità.

La sinistra italiana, quindi Berlinguer e Craxi, non ha saputo trovare la strada per la fuoriuscita politica dall’impasse: ma, essendo un comunista, do la colpa più a noi che non ai socialisti, i quali e avevano un problema sopravvivenza. Eravamo i fratelli maggiori. Fabrizio Rondolino, scrittore, autore de Nostro Pci (Susanna Turco). l’Espresso.

Mi trasferì negli Stati Uniti, a Pittsburgh, a lavorare con Thomas Starzl, colui che nel 1963 fece il primo trapianto di fegato umano. In quel posto c’erano ricercatori e chirurghi da ogni parte del mondo. Ho assistito al primo xenotrapianto in assoluto, il fegato di un babbuino impiantato sul corpo di un uomo. I primi quindici giorni andarono bene poi però, per errori nella terapia anti-rigetto le cose si incepparono. Era tutto da scoprire, da esplorare. E poi si partiva in elicottero o sugli aerei militari con una valigetta piena di ghiaccio per andare a prendere un fegato dall’altra parte degli Stati Uniti. Alla dogana dichiaravamo «Un liver», un fegato. Luigi Rainero Fassati, transplantologo (Roberta Scorranese). Corsera.

Ho avuto oltre che una sorella anche un fratello, sia pure sui generis, Ferdinando Taviani, studioso di storia del teatro. Una notte in cui ho pensato di buttarmi dalla finestra, l’ho chiamato. Gli ho detto: devo venirti a parlare. Non mi ha chiesto nulla. Ha detto solo: fai piano a suonare il campanello. Era successo che non potevo vivere con una certa persona, ma neanche senza. Walter Siti, scrittore (Candida Morvillo). Corsera.

In molte regioni si è deciso di dare la precedenza alla vaccinazione contro il Covid a chi lavora nei servizi pubblici essenziali, ma in Italia è già complicato capire che cosa sia un servizio, figuriamoci un servizio pubblico, addirittura essenziale, poi. Massimo Gramellini. Corsera.

Sarkozy si impose promettendo una destra forte, a metà strada tra il gollismo sociale di Chirac e la xenofobia lepenista. Non ebbe fortuna: eletto nel 2007, si beccò la grande crisi arrivata dall’America. Ma divenne rapidamente inviso soprattutto per l’ambizione al limite della velleità di modernizzare una Francia che la rupture (la rottura con il passato) la voleva solo a parole, e preferibilmente nei settori e nelle categorie altrui. Aldo Cazzullo. Corsera.

Dagli archivi vaticani degli anni di Papa Pacelli, adesso desecretati, abbondano le proteste per la «propaganda protestante» e per il «proselitismo» che sembrerebbe perfino dilagare. Non va scordato che l’argomento iniziale affrontato da Pio XI nel primo colloquio con Mussolini fu proprio la supposta diffusione del protestantesimo. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.

Firenze è la città dove sono nato, dove ho vissuto a lungo e dalla quale non avrei mai voluto staccarmi. Per me Firenze era l’ombelico del mondo. Ogni ritorno da una trasferta mi rallegrava. I miei primi quarant’anni recano questo segno gioioso. Oggi che abito, da un altro quarantennio, a Padova, dove ho insegnato, il rimettere piede a Firenze mi rende inquieto. A parte le ore che trascorro con i miei due figli e con mio nipote, vorrei indugiare nel mio rione, quello di San Gervasio e del campo di Marte, in cui abitavano anche i parenti e gli amici più stretti. Mi piacerebbe fermarmi a riflettere su quella che fu la scena del mio apprendistato alla vita. Ma poi mi dico è già tempo di ripartire, sarà per la prossima volta. Silvio Ramat, poeta. Antonio Gnoli. la Repubblica.

Sicuramente da Goethe a Dikens, da Stendhal o Dostievskji, da Kafka a Faulkner a Borges, raramente un libro come Don Chisciotte ha messo d’accordo nell’ammirazione tanti illustri lettori. Nel 2002 una giuria formata da gente come Milan Kundera, Salman Rushdie, John Le Carrè o Mario Vargas Llosa definì Don Chisciotte «The World’s Best Work of Fiction». Mario Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza.

Eravamo tutti contrari al modo di scrivere di D’Annunzio, ci pareva un letterato che andasse alla ricerca della parola. Per noi, poi, aveva un difetto fondamentale: non capiva nulla di filosofia. In D’Annunzio, secondo noi, questo pensiero non c’era: c’era la bellezza, c’era l’individualismo, c’era la rivolta sensuale contro il clericalismo e contro le idee cristiane; ma anche lo snob, il ciarlato, avido di applausi e di pubblicità. Giuseppe Prezzolini, Intervista sulla destra. Mondadori, 1994.

In «Giorni in Birmania» Orwell racconta l’angoscia degli oppressi, le «schiene segnate dalle cicatrici delle frustate», le urla di disperazione delle donne quando la polizia porta via in manette i loro uomini. «Una volta ho assistito all’impiccagione di un uomo», scriverà Orwell. «Quando vidi il prigioniero mentre andava al patibolo scansarsi per evitare una pozzanghera, vidi l’iniquità di stroncare una vita nella sua pienezza, un uomo sano e cosciente. Sono cose al di là di ogni sopportazione». George Orwell (Maurizio Pilotti). Libertà.

Quando è estate, Malpaga ha una sola parola d’ordine: «Tutti per il soldo, e il soldo per tutti». Era l’«operazione asprirapolvere»: nel senso che non una sola moneta straniera (franco, marco e fiorino) deve rimanere nei borselli dei «crucchi» la sera degli addii. Nantas Salvalaggio, Villa Mimosa. Mondadori, 1985.

L’intuizione di una donna è molto più vicina alla verità, della certezza di un uomo. Rudyard Kipling.

Tutte le volte che ho avuto in pugno la situazione, mi sono venuti i crampi alla mano. Roberto Gervaso.