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 2021  marzo 18 Giovedì calendario

Biografia di Alberto Gerli

«Cinque marzo 2020. Era una notte fredda e buia. Sono a casa. Netflix? Non va. Il wi-fi? Va lento. Dormire? Troppo presto. Che faccio?». Qui il video diventa a colori, Alberto Gerli si illumina e si sente un plin, a segnalare che è arrivata l’ideona. «Decido di studiare un po’ di numeri su questo Covid. Non sono un epidemiologo, ma sono un esperto di numeri... 33 per 82? 2704!». Negli incipit delle storie, anche le più incredibili, si trova sempre una traccia che lascia intuire come andranno a finire. E per capire che uno dei 12 esperti del nuovo Comitato tecnico scientifico – il gotha degli scienziati italiani, nominato dalla Protezione Civile per consigliare al meglio il governo Draghi sulle misure da prendere per combattere il virus – non fosse poi così esperto, bastava conoscere le tabelline.
Un anno fa l’ingegnere Alberto Gerli, 40 anni, si è presentato così all’Italia, pubblicando un video sul canale youtube Data & Tonic nel quale presentava il suo “straordinario” modello di matematica predittiva in grado, secondo lui, di anticipare l’andamento del contagio da Covid in tutte le zone del Paese. Effettivamete il modello Gerli si è dimostrato “straordinario": nel senso che, in barba a ogni calcolo probabilistico secondo cui se ne spari mille una ogni tanto la azzecchi, dall’inizio della pandemia Gerli ha sbagliato tutte le predizioni sul Covid. Ma proprio tutte. «Il lockdown non serve più a nulla», esordì poco dopo l’inizio della prima zona rossa in Lombardia. Gerli sosteneva infatti che l’ondata di coronavirus sarebbe durata 40 giorni e che il suo andamento sarebbe dipeso unicamente da ciò che accade dopo i primi 17. Passati quelli – diceva l’ingegner Gerli – qualsiasi fossero le misure messe in campo, l’epidemia avrebbe fatto il suo corso. Ora, al di là purtroppo di quello che ci ha insegnato la cronaca, nessuno scienziato ha mai capito il perché di quei 17 giorni.
Ma la previsione sul lockdown è soltanto una delle tantissime che ha sbagliato: a fine gennaio sosteneva che in Lombardia i positivi sarebbero passati da 1.700 al giorno a 350 a metà marzo (a metà marzo i casi sono 4.700), il primo febbraio vaticinava il Veneto in zona bianca. I suoi canali di comunicazione sono i social: i video su youtube in dolcevita e giacca con pochette sono un capolavoro di situazionismo. La parabola comincia quando sua sorella, genetista medica alla Statale, gli chiede una mano con i numeri, «in cui sono fortissimo», ribadisce lo stesso Gerli. Appena uscito (perdente) dalla campagna elettorale per l’elezione a presidente della Federazione bridge, l’ingegnere trasforma così quella richiesta di aiuto in un “modello matematico”. Lo annuncia il 2 aprile in un tweet indirizzato al premier Giuseppe Conte e Luca Zaia. Non riceve risposta, e allora ci riprova con Chiara Ferragni e Fedez, chiedendo un supporto per far conoscere la sua sensazionale scoperta. Il 4 aprile 2020 avverte il governatore dello Stato di New York: «Avrete 130 mila contagi al 30 giugno». Saranno 420 mila. Gerli aveva già avuto il suo quarto d’ora di celebrità quando il comune di Roma decise di illuminare la città con luci a led. A metterle fu chiamato lui, fondatore di Arianna Led, e precursore della «nuova rivoluzione a colori» (da vedere un vecchio servizio di La7, con lo scambio di opinioni con Vittorio Sgarbi). È uno scienziato ottimista, diciamo così. Le sue previsioni hanno sempre un che di rassicurante e, non a caso, è molto apprezzato nelle pagine social che sostengono Matteo Salvini. Dove è spesso citato come il “controcanto” al “catastrofismo” del vecchio Cts e del governo Conte, a partire dal ministro della Salute Roberto Speranza di cui oggi si ritrova consigliere. È entrato nel nuovo Cts pare su indicazione della Lega. Ora, queste previsioni sbagliate hanno fatto storcere il naso all’intera comunità scientifica. Il ricercatore dell’Ispi, Matteo Villa, ha messo in fila su Twitter tutte le falle del modello Gerli che, per citare il professore di Economia della Sapienza Fabio Sabatini, «è intriso di fallacie logiche e giunge a conclusioni inaffidabili e fuorvianti». Del resto, 33 per 82 non fa 2704. Fa 2706.