Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  marzo 16 Martedì calendario

Il Covid ha tolto il sonno agli italiani

Vanno a dormire più tardi del solito. Impiegano ore per prendere sonno. Si svegliano più volte. Insomma, come diceva Emil Cioran, sentono «ogni istante della notte». Gli italiani dormono meno e, soprattutto, meno bene a causa della pandemia. A pochi giorni dalla Giornata Mondiale del Sonno, che si celebra il 19 marzo, sono i numeri a tracciare il ritratto di un Paese insonne. Da uno studio dell’Università di Parma su oltre 6mila persone tra 18 e 82 anni, pubblicato su Frontiers in Psychology, è emerso che il lockdown ha inciso in modo rilevante sul riposo: il 55,32% ha riscontrato una ridotta qualità del sonno. Ciò si accompagna ad aumento di stress, ansia e depressione. Una ricerca Assirem, effettuata su mille persone la scorsa primavera, ha rivelato che gli italiani sono andati a letto una o due ore più tardi del periodo pre-Covid. La metà di quanti si addormentavano in quindici minuti, peraltro, ha iniziato a impiegare fino a due ore.
L’EMERGENZA
I dati del cattivo riposo durante il lockdown appaiono decisamente minacciosi in un’Italia sempre più rossa. Secondo uno studio canadese, pubblicato su Jama Open, inoltre, l’insonnia tende a diventare permanente. Chi dorme male ora, dunque, rischia di fare altrettanto quando l’emergenza sarà finita. E già in epoca pre-Covid erano circa nove i milioni di italiani con insonnia cronica. Gli effetti si vedono. Dormire male incide sul metabolismo, con propensione all’aumento di peso, e sull’umore, accrescendo nervosismo e depressione. Si va poi da possibili problemi cardiocircolatori alla predisposizione al diabete, dalle difficoltà di memoria e attenzione fino all’abbassamento delle difese immunitarie.
ESIGENZE
Attenzione, riposare bene non è solo questione di ore. Ognuno ha il suo sonno ristoratore. Tradizione vuole che Leonardo da Vinci dormisse venti minuti ogni quattro ore, per un totale di appena due ore. Ad Albert Einstein ne servivano, invece, ben undici. Nel mezzo, tanti sonni o sonnellini differenti. Si attestava su due ore il sonno di Nikola Tesla. Erano tre per Luigi Pirandello, da giovane, e Voltaire. Oscillava tra le tre e le quattro ore Carlo Magno. Erano cinque per Napoleone. E, come Bonaparte, pure Wolfgang Amadeus Mozart, Thomas Edison, Alexander Graham Bell e Winston Churchill, che amava ingannare il tempo restante dedicandosi a un solitario con le carte. Un’ora in più per il sonno di Barack Obama, mentre a Donald Trump basterebbero tre ore. Ne servivano quattro a Margaret Thatcher. Federico Fellini soffriva di insonnia. Anche le artiste Tamara de Lempicka e Dorothea Tanning. Bill Gates non rinuncia alle sue sette ore di sonno. Per Jeff Bezos, sono otto, come quelle di Ludwig van Beethoven. E l’elenco potrebbe proseguire, tra artisti, scrittori, politici.
A incidere è anche il momento scelto per coricarsi. Dostoevskij preferiva dormire la mattina e dedicare alla scrittura il tempo tra le 15 e le 5 del mattino. Salvador Dalì si concedeva pause di pochi minuti di sonno mentre lavorava. Dormiva con un cucchiaio tra le dita e un vassoio sotto la mano. Se il sonno fosse diventato troppo pesante, il cucchiaio sarebbe caduto e il rumore lo avrebbe svegliato. Il sonno polifasico, di impostazione leonardesca, sarebbe pure uno dei segreti della forma di Cristiano Ronaldo, che dividerebbe il riposo in cinque fasi da novanta minuti l’una, secondo le indicazioni dell’esperto Nick Littlehales.
Nessuna paura per chi non può confidare in un tutor. I rimedi sono tanti. Suona come una promessa il titolo del libro di Rob Hobson Sogni d’oro. L’arte del buon riposo (Bur): nato da un’esigenza dell’autore, il testo aiuta a concedersi un sonno ristoratore, che si tratti della notte o di una pennichella. Hastens, storico produttore svedese di letti e materassi, firma il decalogo del sonno perfetto, dalla scelta di biancheria e materassi alla temperatura della camera – tra 18 e 22 gradi – dal profumo di lavanda come ausilio per la distensione ai consigli per una cena leggera. Gli Sleep concert, concerti studiati per far dormire gli spettatori, negli ultimi anni, hanno portato più di un insonne in Europa a farsi incantare dalla buonanotte a teatro.
DISPOSITIVI
La tecnologia non sta a guardare. Somnox sleep robot agevola il sonno, stimolando il corretto ritmo respiratorio. Loona è la app per dormire lanciata dalla modella Natalia Vodianova, tra attività per il relax, storytelling visivo e suggestioni sonore. Non mancano coperte ponderate che, con un peso maggiore di quelle comuni, distribuito uniformemente, facilitano il rilassamento. Senza trascurare cuscini abbracciabili, spray per federe e altro. Anche playlist ad hoc. Weightless è una traccia musicale composta nel 2011 da Marconi Union proprio per cullare il pubblico. Non rimane che chiudere gli occhi e ascoltare.