Corriere della Sera, 16 marzo 2021
Le mille vite di Della Vedova
Il giochino è divertente e lo si può fare con molti politici di lungo corso: elencare partiti e attraversare l’arco parlamentare da sinistra a destra e ritorno. Prendiamo Benedetto Della Vedova: Club Marco Pannella, Radicali italiani, Lista Emma Bonino, Riformatori liberali, Forza Italia, Pdl, Libertiamo, Generazione Italia, Futuro e Libertà, Con Monti per l’Italia, Scelta civica, Forza Europa e, infine, ma forse no, +Europa. Giochino troppo facile, però, che Della Vedova smonta con una citazione di Churchill (la voleva evitare per non peccare di hybris, ma alla fine cede): «Alcuni uomini cambiano partito per amore delle proprie idee, altri cambiano le proprie idee per amore del loro partito».
Va da sé che Della Vedova si vede tra quelli che cambiano barca ma provano a seguire la stessa rotta nella tempesta. Sta di fatto che anche stavolta è rimasto a galla. È l’unico caso attuale in cui è insieme membro del governo (sottosegretario agli Esteri) e leader di una formazione politica. Un partito squassato dalle polemiche, con Emma Bonino che rinverdisce i fasti radicali sparando contro «la cupidigia senza limiti». Della Vedova, in scia, si dimette, ma poi subito annuncia: «Mi ricandido».
C’è un filo comune che lega queste appartenenze? «Sono sempre stato un libertario, favorevole al matrimonio per le persone dello stesso sesso e per i diritti lgtb. Antiproibizionista, sin da quando fui arrestato nel 1995. Liberista e pro concorrenza. Di tutte le dichiarazioni fatte, me ne debbo rimangiare pochissime».
La sua storia con i radicali ha uno stop quando Daniele Capezzone e Pannella scelgono l’Ulivo. «Dissi a Marco: con la sinistra non ce la faccio. Lui mi disse: io sto con i buoni a nulla, tu vai con i capaci di tutto». Da lì l’avventura con Berlusconi, fino all’addio con Fini. La rottura avvenne su Eluana Englaro: «Trascorsi una notte al freddo sotto Palazzo Chigi, Pannella mi venne a trovare. Quello fu il punto di non ritorno. Non c’era più nulla di liberale».
L’ultima stagione è quella dell’abbraccio con Emma Bonino. C’è una foto bellissima di 25 anni fa: lei occhiali e gilet a scacchi, lui dolcevita bianca e giacca. «Per me è stata una maestra. Non ne voglio fare un santino, ma forse non è chiaro a tutti: +Europa non è il partito di Emma, ma un partito con Emma e non può essere senza Emma». Quando nel 2003 Della Vedova sfidò Capezzone, Pannella minacciò sfracelli. Roberto Cicciomessere fece un intervento strepitoso, accusando Pannella di «dileggio, anatema e ricatto»: «Vi dice: siete liberi di votare Della Vedova, ma io me ne vado. E con lui i finanziamenti, Radio radicale e la lista». Venti anni dopo, l’altra grande madre dei radicali, Emma Bonino ha gridato agli affetti da «cupidigia» più o meno lo stesso: «Se votate contro Benedetto, me ne vado». Alla fine, Della Vedova resterà a galla, ma magari cambierà barca: «Io vorrei una federazione con Calenda».