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 2021  marzo 14 Domenica calendario

Clonazioni, da Dolly in poi

Scienziati statunitensi hanno clonato un furetto dai piedi neri in via di estinzione utilizzando cellule congelate di un suo simile morto da tempo. È la prima volta che una specie autoctona in via di estinzione viene clonata negli Stati Uniti. Si chiama Elizabeth Ann, ed è nata dalle cellule di Willa, un furetto dai piedi neri vissuto più di 30 anni fa. Finora sono state clonate dozzine di specie. Eccone otto. Sono passati 20 anni da quando è stata clonata la pecora Dolly, poi soppressa a 6 anni per una polmonite, storia che innescò un acceso dibattito sulla clonazione, per molti causa di anomalie spesso letali. Nello stesso periodo la PPL Therapeutics, ha annunciato di aver clonato cinque suinetti femmine da cellule di suini adulti. I maialini si chiamavano Millie, Christa, Carrel, Dotcom e Alexis. Nel 2001, i ricercatori della Texas A&M University hanno clonato un gatto. Il gattino è nato da una madre surrogata. Il suo nome era CC (Carbon Copy) e ha avuto i suoi cuccioli pochi anni dopo. Nel 2003 è stata la volta di Dewey, un cervo dalla coda bianca, clonato sempre dalla Texas A&M, prendendo le cellule della pelle di un soggetto deceduto. Dewey è ancora vivo oggi. Nel 2003, i ricercatori in Italia hanno clonato una femmina di cavallo, che hanno chiamato Prometea. È interessante notare che la femmina che ha dato alla luce Prometea è stata anche la donatrice del materiale genetico. I ricercatori hanno affermato che è possibile per una madre, portare a termine un feto geneticamente identico a sé stessa. I ricercatori della Corea del Sud hanno clonato un cane. Secondo i loro risultati, il cucciolo, di nome Snuppy, è nato il 24 aprile 2005. Secondo lo studio, è stato clonato da cellule della pelle adulte prelevate da un levriero afgano. Di 123 embrioni impiantati Snuppy è stato l’unico a sopravvivere (il fratello è morto poche settimane dopo). Nel 2008, Snuppy ha generato i suoi cuccioli, almeno così ci dicono i cinesi. Nel 2008, i ricercatori in Giappone hanno annunciato di aver clonato topi utilizzando cellule che erano state congelate a meno 4 gradi Fahrenheit per 16 anni. Dopo aver scongelato queste cellule, i ricercatori hanno scoperto che si erano rotte tutte, ma gli scienziati erano ancora in grado di estrarre il DNA necessario per produrre topi clonati sani, secondo lo studio, pubblicato nel 2008 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli scienziati hanno scritto che speravano che questo potesse indicare che sarebbe stato possibile, in futuro, «resuscitare» alcuni animali o tenere scorte di tessuto congelato da utilizzare in seguito. Nel 2009, la scienza della resurrezione ha avuto un altro impulso: gli scienziati hanno riferito che, per la prima volta, avevano clonato un mammifero estinto, il bucardo (un tipo di capra selvatica chiamata anche stambecco dei Pirenei). Il gruppo di ricercatori, con membri provenienti da Spagna, Francia e Belgio, ha utilizzato cellule di campioni conservati di un bucardo catturato nel 1999 per produrre l’animale clonato, secondo lo studio. Tuttavia, la giovane capra morì solo pochi minuti dopo la sua nascita a causa di difetti nei suoi polmoni. Nel 2005, i ricercatori sudcoreani hanno clonato il lupo grigio in via di estinzione, producendo due giovani cuccioli: Snuwolf e Snuwolffy. Un cucciolo è nato il 18 ottobre 2005 e l’altro è nato il 26 ottobre 2005. I due lupi clonati sono stati prodotti da materiale genetico prelevato dalle cellule dell’orecchio di una femmina di lupo grigio ma sono cresciuti nell’utero di cani. All’elenco manca l’uomo, ma in qualche blindato laboratorio di chissà dove, il sospetto che ci si già un clone umano, non è poi tanto azzardato.