la Repubblica, 14 marzo 2021
Gli italiani che non si capivano
Caro Merlo, il pm Gaetano Bono, incaricato di indagare su Astra-eccetera, ha annunciato che si farà vaccinare con il vaccino su cui deve indagare. Fausto Cerulli Si vaccinano lui, la moglie, i due figli: 4 prove per chiudere l’indagine. Caro Merlo, come giovedì ha raccontato Corrado Augias, fu lunga e penosa l’emancipazione dell’Italia post unitaria. Al punto che quando la legge Casati introdusse l’obbligo scolastico elementare (l’ analfabetismo era subtotale), l’associazione dei grandi proprietari terrieri protestò come se essa ledesse un loro diritto: quello di disporre di tutto il tempo dei propri coloni … E, ancora nel 1887, “si dispongano con le loro genti: e vediamo di finire bene!” furono le ultime parole dell’ eroe di Dogali, la Little Big Horn italiana, ai comandanti dei plotoni regionali, poiché i soldati erano ancora assemblati secondo lingua comune e sotto un ufficiale inferiore loro conterraneo omofono. Giorgio Gragnaniello Passo la penna a Corrado Augias. Chissà quanti ricordano la tragica battaglia di Dogali in Eritrea – 26 gennaio 1887. Una colonna del regio esercito venne attaccata mentre era in formazione di marcia, quindi molto esposta. Ras Alula, signore di Asmara, vide l’occasione e la colse. La colonna italiana venne sterminata. Sul monumento che ricorda i caduti (nei pressi della stazione Termini) Gabriele D’Annunzio lanciò una provocazione facendo pronunciare ad Andrea Sperelli, protagonista di Il Piacere parole diventate – si direbbe oggi – virali: “Per quattrocento bruti, morti brutalmente”. Il ‘vate’era fatto così, tale rimase fino alla fine, quando vedeva la possibilità di farsi pubblicità agitando le acque non resisteva. Se ne dovette rendere conto anche Mussolini. Il signor Giorgio Gragnaniello aggiunge però alla tragedia un connotato al quale raramente si pensa: i soldati italiani non si capivano tra di loro, parlavano lingue diverse. Dogali arrivò 25 anni dopo la proclamazione di un’unità nazionale tutta da costruire, a cominciare dalla lingua. L’italiano arriverà, su base di massa, solo negli anni Cinquanta del Novecento, grazie alla Tv. Corrado Augias Caro Merlo, pare che questo sarà l’ultimo anno di ora legale. Non sarebbe il caso di bloccarla subito per non offrire ulteriori occasioni per assembramenti serali? Bruno Roba Io la terrei tutto l’anno. Caro Merlo, perché dobbiamo usare tutti questi anglicismi? si chiede Draghi. È vero che è la lingua del Paese egemone. Ma anche l’Italia del Settecento non contava nulla, eppure in Europa si cantava in italiano, e in alcune opere di Diderot e nel Candido di Voltaire si trovano battute in italiano. La lingua del bello aveva influenzato il severissimo Bach attraverso Vivaldi. Emblematica la frase di Federico II: “Parlo il francese con le dame, l’inglese coi mercanti, lo spagnolo con Dio, il tedesco con i miei cavalli e l’italiano con gli angeli”. Mauro Luglio- Monfalcone Ma non c’era ancora il cretino cognitivo, la cui arma micidiale è l’intelligenza, quello che dice “i telefonini sono volgari, suonano dappertutto”, “non esistono più i sapori di una volta” e pronunzia ’giunior’ il latino junior, dice network, family, cool, friendly, nerd, geek