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 2021  marzo 14 Domenica calendario

Il ritorno di Alonso in Formula 1

«Sono tornato perché non ho mai guidato bene come negli ultimi due anni. Ho ancora qualcosa da dire e da vincere in Formula 1». Fernando Alonso compirà 40 anni il 29 luglio. Un mese fa, mentre si allenava in bici, è stato investito da un’auto. Oltre a rischiare la vita, si è frantumato la mandibola. I chirurghi gliel’hanno risistemata inserendogli due placche in titanio. «Me le rimuoveranno a dicembre, non condizioneranno il mio campionato», promette ai tifosi che sono tornati a sostenerlo. Anzi, non l’hanno mai abbandonato nel suo pendolarismo automobilistico.
Ieri, all’inizio della sua seconda vita (e carriera) si è rimesso al volante di una Formula 1, l’Alpine ex Renault. Al debutto ha girato per l’equivalente di due Gran premi e mezzo e ha chiuso con il decimo tempo. «Sono contento, ho un buon feeling con la macchina anche se c’è ancora molto lavoro da fare soprattutto sull’aerodinamica». Debutto si fa per dire. Alonso ha vinto due Mondiali, l’ultimo nel 2006 ruota a ruota fino all’ultima gara con Michael Schumacher. In 17 anni di carriera ha corso contro Hakkinen e Villeneuve jr, Alesi e Verstappen padre, Coulthard e Montoya. Al volante della Ferrari, nel 2010 e 2012 si è giocato il titolo con Vettel.
A fine 2018, stufo di perdere ma non certo di correre, ha salutato la F1 per tentare nuove avventure. Ha vinto la 24 Ore di Le Mans una prima volta tre anni fa, in prestito dalla Formula 1, e ha concesso il bis nella stagione successiva. Poi, però, di nuovo non è riuscito a terminare il lavoro: l’obiettivo «Tripla corona» (Gp di Montecarlo, 24 Ore di Le Mans e 500 Miglia di Indianapolis) si è infranto al terzo fallimento nella storica corsa americana.
Dopo un’esperienza nell’ultima Dakar rallentata da un incidente, il senso di incompiuto l’ha di nuovo spinto tra le braccia del primo amore: la F1 e la Renault alias Alpine con cui era diventato campione 15 anni fa. Quanto pesano i quaranta su un pilota? Kimi Raikkonen, classe ‘79, assicura che «non cambia nulla, è la testa che conta». Il 23enne Charles Leclerc festeggia il ritorno dell’anziano campione: «Fernando è un patrimonio della F1, sono contento di ritrovarmelo in pista. Ricordo il mio primo anno con l’Alfa Romeo, era il 2018: ho duellato un sacco di volte con lui e ho imparato molto». Alonso porta in dote l’esperienza di pilota globale, l’unico tra quelli di vertice che abbia gareggiato in serie così diverse. «Sono al cento per cento - assicura - e poi non sono stato due anni a casa, ho corso quasi tutti i weekend».
Manuel Fangio cominciò a vincere a 40 anni e a 46 portò a casa il suo quinto titolo. Anche Giuseppe Farina (43) e Jack Brabham (40) celebrarono l’impresa quando erano negli «anta». In un’epoca più recente, il 39enne Mansell diventò campione nel ‘92. Senza falsa modestia, Fernando si ritiene «così bravo che la F1 è il posto giusto per me. Mi sento come se avessi ancora del lavoro da fare». Vive un’altra giovinezza. L’ultima. Il 2021 è l’anno di avvicinamento e preparazione, il 2022 quello decisivo per prendersi ciò che mancò con Ferrari e McLaren. «Sono qui per vincere gare, per vincere campionati». Sembra qualcosa in più di una promessa.