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 2021  marzo 13 Sabato calendario

Un collier da venti milioni di euro per celebrare i 100 di Chanel n.5

«È la prima volta che l’alta gioielleria si ispira a un profumo. Per celebrare i 100 anni dello Chanel N°5 presentiamo una collezione di 123 pezzi, con il collier 55.55 che è unico al mondo: abbiamo tagliato la pietra preziosa in modo da ottenere un diamante ottagonale perfetto, del peso preciso di 55.55 carati». Frédéric Grangié, presidente dell’orologeria e gioielleria Chanel, spiega come il profumo simbolo della maison ha ispirato una collezione senza precedenti.
Quali sono i punti in comune tra oggetti così diversi come un profumo e i gioielli?
«Con il direttore dello studio di creazione Patrice Leguéreau siamo partiti dai temi fondamentali del profumo: il celebre flacone, il tappo ottagonale, e l’idea più astratta che riguarda il suo essere stato il primo profumo a usare molecole artificiali, cosa che all’epoca, nel 1921, apriva a una serie di nuove e infinite possibilità. Alcune forme, l’ambizione di essere all’avanguardia, di rompere con i codici dell’epoca, si ritrovano sia nel profumo sia nella collezione che ad esso si ispira, 100 anni dopo».
Perché il profumo numero 5 è così importante per la maison Chanel?
«È entrato nel pantheon delle icone globali. Andy Warhol l’ha illustrato con talento, e non è stato il solo. Se lei prende il flacone e toglie l’etichetta, riconoscerà comunque che è lo Chanel numero 5, “un profumo da donna dall’odore di donna”, come Gabrielle Chanel chiese al grande profumiere del tempo, Ernest Beaux».
Come avete scelto il diamante del collier 55.55? E qual è stata la difficoltà tecnica più importante?
«Avevamo a disposizione un diamante bianco straordinario grazie al nostro fornitore di Anversa. La difficoltà tecnica è stata tagliarlo in modo che avesse una caratura esatta di 55.55, in omaggio al profumo N°5. Non era facile, e pochissimi tagliatori di diamanti al mondo sono in grado di soddisfare una richiesta simile. Per una questione di capacità, e anche di responsabilità: si tratta di prendersi un rischio enorme. Ma alla fine, la bilancia si è fermata sul 55.55. È stata un’avventura magica, un progetto estetico più che economico».
Quanto vale il collier 55.55?
«Difficile stabilirlo, perché non è in vendita. E già questo contribuisce ad aumentarne il valore. Poi c’è una questione puramente contabile legata al valore delle pietre preziose, e infine la creazione artistica. Diciamo che andiamo ben oltre i venti milioni di euro, ma è una cifra del tutto teorica perché appunto non lo venderemo mai e farà parte del patrimonio della maison. Lo custodiremo nella nuova boutique parigina al numero 18 di place Vendôme che Peter Marino sta completando e che apriremo l’anno prossimo».
Come trovate le pietre necessarie a collezioni come questa? Quali criteri etici osservate?
«Naturalmente facciamo parte del Responsible Jewelry Council, l’organismo mondiale che fissa gli standard sulle pietre, che non possono provenire da zone in guerra. Accanto a questo cerchiamo di limitare al massimo gli intermediari, in sostanza ne abbiamo solo uno. Il controllo etico è centrale nella nostra attività, come quello della sostenibilità ambientale nella moda».
Come conciliare la voglia di celebrare il patrimonio con l’esigenza di guardare avanti? È difficile, per una maison dal passato così impegnativo come Chanel?
«I nostri creatori sono molto rispettosi dei codici tradizionali di Chanel, che per fortuna comprendono anche la voglia di rompere le convenzioni e di essere all’avanguardia. La collezione N° 5 non è passatista, guarda al futuro».