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 2021  marzo 13 Sabato calendario

Intervista a Nicola Magrini. Parla di AstraZeneca

Roma «Il vaccino di AstraZeneca è sicuro. Il rapporto tra benefici e rischi è estremamente favorevole. Non bisogna averne paura al momento e occorre continuare a recarsi ai centri vaccinali con grande tranquillità», esorta i cittadini a non farsi condizionare da facili suggestioni Nicola Magrini, direttore di Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.
Non c’è ragione di rifiutarlo come sta facendo una certa percentuale di italiani?
«Le evidenze scientifiche parlano. Milioni di persone sono state trattate in tutto il mondo, oltre 10 milioni solo nel Regno Unito, e non hanno avuto che effetti indesiderati lievi, di breve durata, non pericolosi e ben noti: febbre, emicrania, dolori muscolari. Per quanto riguarda alcune segnalazioni più gravi, incluse alcune morti improvvise o infarti, il nesso di causalità col vaccino non è stato stabilito e sono pertanto da considerare episodi dovuti ad altro».
A che punto sono gli accertamenti e le verifiche sui decessi italiani?
«Sarà importante leggere l’esito delle autopsie nel dettaglio. Per almeno un caso è già stata esclusa la relazione diretta col preparato di AstraZeneca. Oggi sarà effettuata l’autopsia sul militare di Augusta. È di primario interesse perché è il caso più ravvicinato alla somministrazione della dose. Sono stati coinvolti per questo esame, anche esperti di coagulazione. Solo dopo gli approfondimenti sarà possibile escludere del tutto un rapporto tra il decesso e il vaccino. Siamo relativamente fiduciosi tanto che l’Italia ha deciso di limitarsi al sequestro del lotto cui appartengono le dosi “incriminate” e non disporre l’arresto della campagna che sta andando avanti».
Il lotto al centro degli approfondimenti che distribuzione ha avuto?
«Il lotto è molto grande, circa 500 mila dosi, distribuito per metà all’Italia, su tutto il territorio nazionale, l’altra in diversi Paesi europei, da Germania e Islanda».
Chi si è già immunizzato deve temere?
«No, rassicuriamo completamente i vaccinati. Gli eventuali effetti indesiderati si sviluppano nei giorni immediatamente successivi all’iniezione, di solito non oltre 48 ore. Non c’è alcun motivo di saltare il richiamo. Fatelo tranquillamente alla dodicesima settimana, come raccomandato».
È meglio fare controlli se si nutrono dubbi?
Milioni di persone sono state trattate in tutto il mondo e non hanno avuto che effetti indesiderati lievi, di breve durata, non pericolosi e ben noti: febbre, emicrania, dolori muscolari
«La preoccupazione non è giustificata. Non è necessario fare esami di controllo. Credo, come direttore di un’agenzia regolatoria, di poter inviare un messaggio: abbiate fiducia nel vaccino e nel nostro sistema di vigilanza sui farmaci, italiano e globale. Abbiamo appena pubblicato il secondo rapporto nazionale. Pur evidenziando un tasso di segnalazioni di eventi notevole, 700 ogni 100 mila vaccinati, nel complesso è molto confortante. Tutti e tre i preparati anti Covid in uso in Italia, AstraZeneca, Moderna e Pfizer-BioNTech, mostrano un profilo di sicurezza molto buono. Nessuna reazione anafilattica né ricoveri».
Quanto tempo ci vorrà per avere un quadro definitivo?
«Nell’arco di 10-14 giorni avremo i dati della revisione complessiva europea degli eventi avversi riportati sia dalla ditta nel mondo sia dall’agenzia Ema. Per quanto concerne i 3 recenti decessi italiani, attendiamo le analisi sui pazienti e sulla qualità delle fiale da parte dell’istituto superiore di sanità. Inoltre il sito di produzione della Catalent, ad Anagni, da cui proveniva quella partita di fiale, era stato ispezionato due volte da Aifa, a novembre e febbraio. Faremo un terzo controllo ma non ci aspettiamo di trovare criticità insorte di recente».
Gli episodi di trombosi accaduti in Austria hanno correlazione con quelli italiani?
«Riguardano un lotto diverso e gli eventi riferiti sembrano diversi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha oltretutto negato l’esistenza di correlazione tra formazione di coaguli e il trattamento con AstraZeneca. È un altro elemento importante, che rassicura. Non si è mai visto un allarme diventato così ampio sulla base di così pochi dati. Non si deve rischiare di compromettere il buon esito della campagna di vaccinale che sarà in grado di spegnere in pochi mesi la pandemia».
Ieri avete autorizzato il vaccino di Janssen.
«Sì, è un vaccino ben studiato in dosi singole sulla base di un ottimo dossier, previene i casi gravi di Covid per oltre l’80%. Va bene anche per gli anziani, inclusi nella sperimentazione in modo rappresentativo. Funziona un po’ meno contro la variante sudafricana che per fortuna è poco presente in Italia e Europa».
Quando arriverà da noi?
«Presto, ma non immediatamente. Sarà disponibile da metà aprile. Imprimerà una svolta in funzione delle dosi disponibili che aumenteranno nel secondo e soprattutto terzo trimestre. Sarà ideale per i medici di famiglia e per gli altri nuovi soggetti vaccinatori, come i dentisti».
Il sistema di vigilanza sui farmaci italiano e globale
funziona Abbiamo appena pubblicato il secondo rapporto nazionale: i 3 preparati anti Covid in uso in Italia mostrano un profilo di sicurezza molto buono
I prossimi passi?
«Aspettiamo i vaccini di Novavax, Curevac e Valneva che hanno già pubblicato dati estremamente interessanti anche sulle varianti».