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 2021  marzo 13 Sabato calendario

Causa per l’eredità aperta da 55 anni

Il processo infinito: oltre mezzo secolo per un’eredità contesa. Corre il 1966 quando ad Agropoli, sulla costa del Cilento, l’improvvisa dipartita di un genitore spalanca una vertenza familiare. Fratelli e sorelle si accapigliano sull’eredità (immobili per un valore di circa 480mila euro), contenzioso che si fa subito aspro. Né il calcio (è l’anno della Coppa Rimet) né la fantascienza (va in onda il primo episodio di Star Trek) riescono a placare gli animi dei contendenti. E così, come troppo spesso accade da queste parti (la litigiosità civile è superiore a quella dell’intero distretto di Milano) si finisce con lo schierare gli avvocati e comincia un braccio di ferro a distanza (i protagonisti emigrano negli Usa). Da allora, e con buona pace per la Legge Pinto (6 anni per definire il giudizio), sono trascorsi ben 55 anni, che hanno visto l’avvicendarsi di una ventina di giudici e anche la scomparsa di alcuni protagonisti: ben 6 sono passati a miglior vita provocando altre interruzioni del processo, ma tutti i vari eredi hanno tenuta alta la bandiera di guerra.
A dilatare ulteriormente i tempi ci si sono messe pure le richieste di rinvio per impedimenti degli avvocati (circa 3 anni) e quelle per tentare degli assai ipotetici accordi (5 anni). E altri cinque anni sono andati via per effettuare una consulenza tecnica (anch’essa meritevole di guinness). Intanto è il turno dei nipoti dei primi duellanti, nel frattempo il mondo è cambiato, il paesino si è trasformato in una rinomata località turistica, e persino il palazzo che era il principale oggetto del contendere non c’è più: demolito per farne degli appartamenti. L’unica cosa rimasta uguale è la biblica lentezza della Giustizia.
Qualcuno parla di processo maledetto, ma in realtà è tutto spiegato dai numeri: qui i magistrati addetti al settore civile sono 5 e devono far fronte a una pendenza complessiva di 8.584 procedimenti (al 30 novembre 2020), dunque ognuno di loro ha in media 1.716 cause da gestire (a fronte di un carico massimo esigibile di circa 500). Validare primati in un campo così vasto non è semplice (e nemmeno compito dei cronisti) ma secondo qualche esperto anche questi sarebbero numeri da record, persino oltre confine. In tutto sono 1.845 cause che durano da oltre un decennio, e 4.414 quelle che hanno superato i 3 anni. Le cause? Poco occulte, anzi, ben evidenti: la mostruosa carenza di organico, il continuo avvicendamento dei magistrati (e i tempi lunghi per le sostituzioni), le astensioni per maternità (c’è una prevalenza di donne), la scarsa efficacia della mediazione.
Temi e problematiche che ben conosce il presidente del Consiglio dell’ordine avvocati di Vallo della Lucania, Domenico Lentini, che spiega alla Stampa: «È una battaglia che stiamo conducendo da molti anni perché il problema è conosciuto e non si può risolvere se non cominciando con lo smaltimento degli arretrati. Inoltre – aggiunge l’avvocato, che non ha seguito personalmente ma conosce la storia della causa dei record – abbiamo fatto delle proposte operative, a cominciare dalla richiesta di un intervento straordinario, di assegnazioni generalizzate, e di magistrato infra-distrettuali per le situazioni emergenziali. Anche perché il previsto un ampliamento della pianta organica (da 12 a 14) non basterà».