la Repubblica, 12 marzo 2021
Zappia, la prima donna ambasciatrice negli Usa
In oltre 30 anni di carriera diplomatica, Mariangela Zappia ha rotto per tre volte quello che gli americani chiamano il glass ceiling, il tetto di vetro: prima donna ambasciatrice italiana alla Nato, nel 2014; prima rappresentante italiana alle Nazioni Unite, nel 2018; e ora prima donna ambasciatrice a Washington, un ruolo chiave per i nostri rapporti internazionali. La notizia dell’incarico è arrivata ieri insieme ad altre nomine definite dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro degli Esteri Luigi di Maio su alcune delle più importanti ambasciate italiane: Armando Varricchio, attuale titolare della sede a Washington, andrà a Berlino mentre alla rappresentanza a Bruxelles si insedia Piero Benassi, già consigliere diplomatico del premier Conte.
A Washington Zappia arriva dopo una carriera iniziata nel 1983: «Ero l’unica del mio concorso!», ha rivelato qualche anno dopo ricordando come la carriera diplomatica sia stata aperta alle donne solo nel 1967. Ancora oggi la diplomazia è una professione prevalentemente maschile, le donne rappresentano circa il 23% di tutto il personale. Anche se fra loro vi sono figure di spicco come Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina.
Sessantuno anni, prima di quattro figli, ha imparato da ragazzina ad adattarsi ai ritmi di una vita in movimento seguendo il papà militare e la mamma casalinga romagnola in giro per l’Italia. Spirito di servizio, curiosità, passione per i viaggi. La prima sede all’estero fu in Senegal, cooperazione allo sviluppo, di quegli incarichi con cui si fanno le ossa molti diplomatici agli inizi. Poi le Nazioni Unite, nel 1993, il primo intervento all’assemblea con la bandiera dell’Italia. E l’arrivo alla Nato, nel 2014, con i militari schierati ad accoglierla: «Vuole che la chiamiamo ambasciatore o ambasciatrice?». «Ambasciatrice».
Zappia, che è madre di due figli, fa parte dell’"International gender champions network”, una rete internazionale che lavora per l’ empowerment femminile ovvero per costruire gli strumenti che mettano le donne nelle condizioni di entrare nei processi, di tenere insieme vita privata e lavoro, e di fare carriere come quella diplomatica che richiedono un alto livello di flessibilità e mobilità. «In passato non sono stata favorevole alle quote di genere, ma comincio a pensare che, per un certo periodo, le quote servano per stabilire una parità di base», spiegò in un’intervista con il portale italy. org. Prima di arrivare all’Onu nel 2018, a Roma Zappia è stata consigliere diplomatico di tre presidenti del Consiglio, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e per un tempo più breve Giuseppe Conte. «Il suo incarico è anche un riconoscimento del lavoro fatto in una fase delicata per le Nazioni Unite», spiegano fonti di governo. Ora l’approdo a Washington, tre mesi dopo l’insediamento del democratico Joe Biden e di Kamala Harris, la prima donna vicepresidente della storia americana.