Il Messaggero, 12 marzo 2021
Intervista a Marco Giallini
Si presenta in ritardo («Non ho sentito la sveglia»), impugna senza complessi la sigaretta, poi si rivela il solito fiume in piena saltando da un argomento all’altro, da un vaffa a una riflessione, non a caso gli amici lo chiamano Dottor Divago. Bentornato alla fiction Marco Giallini, 57 anni di talento, romanità, disincantata autenticità. Su Rai3 si è appena concluso Lui è peggio di me, show condotto dall’attore in coppia con Giorgio Panariello (gli ascolti medi hanno però deluso le aspettative) e dal 17 marzo su Rai2, in anteprima dal 15 su RaiPlay, Marco ritrova il personaggio creato dallo scrittore Antonio Manzini e amatissimo dal pubblico: Rocco Schiavone, il ruvido poliziotto insofferente alle regole, un passato non edificante e come amici degli avanzi di galera, ora protagonista della quarta stagione dell’omonima serie diretta da Simone Spada e prodotta da RaiFiction, Cross Productions, Beta. Schiavone è sboccato, cinico, romano fino al midollo anche se spedito in Val d’Aosta per punizione, scorretto nei metodi, depresso: «Un antieroe che non si uccide perché considera il suicidio come l’omicidio di una persona fragile», dice Manzini. Nel primo dei 2 episodi Rocco affronta un caso legato al gioco d’azzardo e si confronta con il fantasma della moglie morta (Isabella Ragonese). All’inizio lo vediamo su una spiaggia dei Caraibi dove si è rifugiato per sfuggire ai suoi errori.
Una novità rispetto alle nevi consuete, ha apprezzato?
«Moltissimo, ma il bagno non l’ho fatto. Siamo poi tornati a girare in Val d’Aosta, la mia seconda casa. Ormai sono cittadino onorario, mi trovo benissimo, conosco tutti e tutti si sono abituati a me, nemmeno mi si filano più».
Non si è stancato di interpretare Schiavone?
«No, anzi sono felicissimo di farlo. Ogni volta mi pare di tornare a indossare i miei vestiti. Canne a parte, Rocco mi somiglia. È diventato un punto fermo nella mia vita: mi lego alle persone con cui lavoro, sono fatto così».
Condivide la scorrettezza del suo personaggio?
«Le regole vanno rispettate ma Schiavone le infrange quando deve reagire a un’ingiustizia. Ha un senso dell’etica e della giustizia tutto suo, è un uomo complesso, malinconico. E quando i primi a trasgredire sono quelli che dovrebbero rappresentare i valori, lui qualche calcio in culo lo dà. Fa benissimo. Fa politica».
In che senso?
«Si ribella, facendo di testa sua. È il suo modo dire: non ne posso più, mi avete rotto i coglioni».
E cos’è che fa imbestialire lei, Giallini?
«Quello che siamo diventati. Oggi mancano partecipazione e solidarietà. È difficile capire da che parte stanno le persone. Ma c’è un’altra cosa che me li fa girare».
Cosa?
«Il linguaggio politicamente corretto. È sparita la libertà di chiamare le cose con il loro nome. Ma vaffa...».
Deluso dagli ascolti di Lui è peggio di me?
«No, che me ne frega dell’auditel. Ho fatto lo show per il piacere di farlo e anche per poter invitare artisti poco visibili come Paolo Benvegnù. La trasmissione è molto piaciuta ai giovani. Sono diventato amico del fantastico Panariello e ho imparato a guardare fisso la telecamera. Ti pare poco... Occhio che divento Pippo Baudo».
Si sente vincolato, come attore, dalla sua romanità?
«No, ne vado fiero ma ho fatto anche tanti ruoli non da romano. In teatro ho avuto i complimenti di Arnoldo Foà».
Ha girato Io sono Babbo Natale, l’ultimo film (inedito) di Gigi Proietti: cosa le ha lasciato il grande attore?
«Una cosa brutta: se n’è andato proprio mentre stavamo diventando amici. E una cosa bella: sul lavoro era una macchina da guerra ma io ho conosciuto la sua profonda umanità, la sua malinconia».
Il Covid le fa paura?
«Poche cose mi fanno paura, sono temprato dalla vita, ma da quando si è ammalata una mia cara amica ho iniziato a preoccuparmi. Farò il vaccino per tornare alla vita di prima, mi sono rotto di questa situazione».
La pandemia ci ha resi migliori, come dicevamo all’inizio?
«Ma quando mai. Siamo più stronzi di prima».
Ha un progetto, un’ambizione?
«In attesa che esca Ritorno al crimine, farò anche il nuovo film di Massimiliano Bruno. E sogno di interpretare Spider Man. Ma mi sa che sono fuori tempo massimo».