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 2021  marzo 11 Giovedì calendario

Il sonno e l’insonnia

L’insonne nell’immagine è lo scrittore boemo Franz Kafka in una caricatura del fumettista underground americano Robert Crumb. Kafka, come altri grandi scrittori, fra cui Marcel Proust e Vladimir Nabokov, aveva un rapporto difficile e combattuto con il sonno. A causa della grave insonnia cronica di cui soffriva, si trasformò in una «creatura della notte», dormendo quotidianamente solo un paio d’ore al pomeriggio.Noi umani, almeno noi «moderni», abbiamo una relazione contrastata con il dormire. Pare che o non riusciamo ad addormentarci la sera oppure facciamo fatica a svegliarci al mattino, fenomeni che spesso convivono. Nella prima metà del 20° secolo la scienza medica cercava una «cura» per il sonno, come se fosse una malattia. Pareva una sorta di «disfunzione» da superare, e così liberare più tempo per il lavoro produttivo, ma anche per i piaceri della vita.
Malgrado qualche «falso allarme», le proposte, trattamenti farmaceutici, forme di disciplina mentale, «stimoli» elettrici e così via, non hanno dato il risultato sperato, spesso dimostrando invece che, nonostante sia possibile «ritardare» il sonno entro certi limiti, spostandolo un po’ in là, il prezzo sul fisico e sulla mente delle persone è inaccettabile. È ormai convinzione comune tra gli studiosi che il sonno sia alla fine essenziale per il mantenimento dell’organismo umano, né più né meno del mangiare.
In altre parole, del dormire non si può fare a meno. Ciò malgrado dei casi di famosi «insonni» che asseriscono di non dormire mai. Quello più recente è del vietnamita, Thai Ngoc, che non avrebbe dormito per 43 anni filati, fino all’ottobre 2006 quando ha ammesso di iniziare a sentirsi «come una pianta senz’acqua» a causa della mancanza di sonno.
Gli studiosi attribuiscono casi del genere a una sindrome relativamente comune, nota come Sleep state misperception (Ssm): cioè, il fenomeno per cui alcuni soggetti non riescono a percepire il proprio sonno. Ad ogni modo, l’enfasi della ricerca si è da tempo largamente spostata più sul come dormire meglio, o almeno addormentarsi meglio, invece che su come evitare di dormire.
Vari studi hanno anche suggerito consigli su come restare svegli quando arriva «l’abbiocco» pomeridiano mentre si lavora. Può essere utile per esempio consumare qualcosa di dolce, grazie all’effetto energizzante dello zucchero. L’impatto positivo è però di breve durata, una decina di minuti circa. Un’alternativa, naturale al 100% e meno calorica, è quella di fare due chiacchiere con qualcuno. Stimola efficacemente diversi centri del cervello e non ingrassa...