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 2021  marzo 07 Domenica calendario

La Calabria regala posti ai parenti e amici precari

Epensare che l’hanno pure scritto, nero su bianco, nella relazione “tecnico-descrittiva” della legge: «La Corte costituzionale ha chiarito che ai consigli regionali prorogati è consentita solo l’adozione di atti necessari e urgenti mentre è inibito qualunque intervento legislativo che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentiae nei confronti degli elettori…». Peccato che il medesimo progetto di legge approdato con sorprendente tempistica al consiglio regionale della Calabria con la firma di tutti i capigruppo abbia esattamente questo odore. A sei mesi dalle elezioni quel provvedimento prevede la stabilizzazione di 208 precari assunti senza concorso da enti regionali. E poi quali, precari? La lista trabocca di parenti e amici dei politici locali, precariamente infilati nei postifici regionali. Tipo Calabria Etica, il cui presidente scivolò un paio d’anni fa su presunte irregolarità nelle assunzioni. Oppure Calabresi nel mondo, associazione presieduta dall’ex parlamentare di Forza Italia Giuseppe Galati, anch’essa finita all’onore delle cronache per la stessa ragione. O ancora la Fondazione Field, che una decina d’anni fa avrebbe dovuto perfino accogliere un centinaio di licenziati da Sviluppo Italia Calabria, tutti o quasi sempre parenti e amici.
L’iniziativa, insomma, non è nemmeno particolarmente originale per come vanno da anni le cose in questa Regione condannata a campare sul posto pubblico e sulle clientele. Per non parlare della destinazione dei 208, fra cui ci sono anche, scrive il sito LaCnews24.it il fratello di un deputato calabrese della Lega di Matteo Salvini e il commissario di Fratelli d’Italia a Bovalino oltre ad alcuni collaboratori di consiglieri ed ex consiglieri regionali, nonché una parente dell’ex commissario di Calabria lavoro. Nome che è tutto un programma.
Proprio l’ente pubblico Calabria lavoro, creato per favorire l’occupazione, dovrebbe infatti gestire l’operazione di stabilizzazione dei precari senza concorso. Trovando lavoro a chi il lavoro già ce l’ha per designazione clientelare. Un ente guidato anch’esso, ci mancherebbe, da un politico: Giovanni Forciniti, già sindaco diessino di Mirto Crosia, nel cosentino, quindi assessore ai Trasporti della Provincia di Cosenza, infine candidato alle elezioni regionali con il centrosinistra. Tutto questo prima di essere catapultato dall’ex presidente della Regione Mario Oliverio alla guida di Calabria lavoro.
Quanto alla legge e a ciò che c’è scritto nella relazione “tecnico-descrittiva”, non è soltanto per l’evidente incombenza della scadenza elettorale che il riferimento ai pronunciamenti della Corte costituzionale suona grottesco, forse ancor più della motivazione ufficiale con cui si spiega la necessità di stabilizzare quei 208 precari: l’emergenza sanitaria che renderebbe «urgente, tempestivo e necessario» l’intervento «rispetto al perdurare del problema cui intende porre rimedio».Il fatto è che la Consulta ha già ripetutamente dichiarato incostituzionali leggi della Regione Calabria che prevedevano la stabilizzazione dei precari. Ce n’è una del luglio 2020 che boccia la legge con la quale si volevano stabilizzare i giornalisti dell’ufficio stampa del consiglio regionale. E un’altra, ancora più recente, che afferma l’incostituzionalità del travaso senza concorso dei dipendenti di associazioni o fondazioni regionali nell’organico della Regione perché queste sono di fatto enti pubblici. Quindi soggetti all’obbligo dell’esame pubblico previsto dell’articolo 97 della Costituzione.
Nonostante ciò i politici locali insistono. E lo sapeva bene anche Jole Santelli, la presidente della Regione prematuramente scomparsa, che appena eletta scioccò così il consiglio regionale: «Qui c’è tanto grigio. Ci sono 800 persone che lavorano negli uffici della Regione ma non sappiamo a quale titolo e per fare cosa».
Paradosso ora vuole che il primo firmatario della legge per assumere i 208 precari sia proprio il presidente del gruppo consiliare “Jole Santelli presidente”. Il suo nome, Vito Pitaro.