la Repubblica, 6 marzo 2021
I 62 candidati allo Strega
La tavola è apparecchiata, sopra ci sono sessantadue libri che aspirano a gareggiare al Premio Strega. Ieri si sono chiuse le candidature, da adesso inizia la vera partita. Strategie incrociate, telefonate, chat infuocate, endorsement e tradimenti, cuoricini sui social per dire “sto con te”. Conterà? Gli Amici della Domenica, i 400 che formano la giuria del premio, sono in gran parte persone non più giovanissime, poco inclini agli umori della Rete. In ogni caso in questa prima fase la palla è in mano al comitato direttivo, che dovrà leggere (auguri!) tutti i libri e decidere quali saranno i dodici da mandare in semifinale. Verranno annunciati il 22 marzo.
Ieri al minestrone delle candidature si sono aggiunti 17 titoli, tra cui Il dono di Antonia di Alessandra Sarchi (Einaudi Stile Libero). Proposto da Valeria Parrella, il romanzo affronta il tema divisivo della procreazione affidata alla tecnologia. Per il resto le vere sorprese sono i grandi assenti, non solo Nicola Lagioia ma anche Silvia Avallone (Un’amicizia, Rizzoli) e Antonio Pennacchi (La strada del mare, Mondadori), che hanno preferito non imbarcarsi su quest’arca evidentemente troppo affollata.
I libri sono tantissimi ma possiamo già immaginare una rosa di favoriti. Il podio non sembra scontato, per fortuna. La competizione grazie allo zampino del destino e di qualche giurato indifferente agli ordini di scuderia, può regalare un po’ di suspense. I nomi più quotati della vigilia, quelli di Teresa Ciabatti (Sembrava bellezza, Mondadori) e Donatella Di Pietrantonio (Borgo Sud, Einaudi, proposto da Nadia Fusini), si ritrovano a fianco avversari imprevisti. La scossa più grande, che può cambiare la partita, è arrivata con l’annuncio della candidatura per La nave di Teseo di Edith Bruck con Il pane perduto. Scrittrice importante che ha testimoniato l’orrore dei lager senza mai dimenticare di celebrare la vita. Il suo ultimo libro «unisce ciò che l’autrice ha visto, vissuto, pensato e scritto»: queste le parole di Furio Colombo nel presentarlo. C’è poi Emanuele Trevi con Due vite (Neri Pozza), un libro sull’amicizia e un ritratto vivido e potente degli scrittori scomparsi Rocco Carbone e Pia Pera (lo ha proposto Francesco Piccolo). Ciascuno potrebbe aspirare al podio. I libri sono tra loro molto diversi: quello di Ciabatti gioca tra realtà e finzione, mentre Di Pietrantonio affonda nel rapporto tra due sorelle riallacciandosi alla vicenda dell’ Arminuta. Tutti hanno già partecipato al premio – Ciabatti e Trevi piazzandosi addirittura al secondo posto – dunque non hanno attenuanti, sanno cosa li aspetta.
La guerra però allo Strega non è fatta di soli libri. Pesano le mosse degli uffici marketing, le cordate, le amicizie. Bisogna sudarseli i voti, guadagnarseli uno a uno, telefonare, blandire, promettere. Si può già cominciare a lavorare di strategia. Il marchio Mondadori non vince dal 2012 (l’anno di Alessandro Piperno) e l’ultima affermazione Einaudi risale a Paolo Cognetti, nel 2017. I grandi gruppi con il nuovo regolamento faticano: dato che basta un solo giurato a proporre un libro, alla fine ogni editore si ritrova con più candidati e meno probabilità di andare a segno. Assisteremo come lo scorso anno, a una lotta fratricida tra l’anima torinese einaudiana e la scalpitante realtà romana? In realtà quest’anno lo Struzzo ha scelto la sua candidata di bandiera, cioè Donatella Di Pietrantonio. Mai dire mai, però, quando si tratta di Strega. Le altre due candidate non sono certo figure di contorno. Francesca Mannocchi è autrice di un libro coraggioso sulla sua malattia (Bianco è il colore del danno), oltre ad essere presentata da Renata Colorni, rappresentate blasonata della nostra editoria, alla guida per tanti anni dei Meridiani Mondadori.
Ogni grande gruppo in questo limbo che prelude alla vera gara si ritrova con un cospicuo gruzzolo di titoli, alcuni però più preziosi di altri. Per il marchio Mondadori, lo abbiamo detto, la candidata di punta è Teresa Ciabatti, sponsor Sandro Veronesi, vincitore lo scorso anno. Ma a Segrate abbondano gli aspiranti: Maurizio Ponticello (La vera storia di Martia Basile, proposto ieri da Maria Cristina Donnarumma), Simone Perotti (sponsor Paolo Mauri), Daniele Rielli (Odio, portato da Antonio Monda) e Stefano Sgambati ( I divoratori, supporter Daria Bignardi). In casa Bompiani (gruppo Giunti), c’è uno stuolo di proposte, tra cui Aurelio Picca con Il più grande criminale di Roma è stato amico mio. E poi Giulia Caminito, Paolo Di Stefano, Loredana Lipperini, Alessandro Raveggi. Anche Ponte alle Grazie (gruppo Gems) straripa: Lisa Ginzburg, Mattia Insolia, Stefano Corbetta, Maria Grazia Calandrone, Marco Albino Ferrari. La stessa Nave di Teseo ha in ballo altri nomi importanti come Michele Ainis e Carmen Pellegrino. Rizzoli, sfumata la candidatura di Silvia Avallone, ieri si è materializzata con Claudio Panzavolta ( Al passato si torna da lontano, sponsor Enrico Deaglio). Per Feltrinelli ci sarà Marco Bajani con Il libro della case, caldeggiato da Concita De Gregorio. Marsilio proverà a stare tra i 12 con Le ripetizioni di Giulio Mozzi, HarperCollins con Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi, Fazi con Il grande me di Anna Giurickovic Dato e e/o con Dopo la pioggia di Chiara Mezzalama. Un capitolo a parte lo meriterebbero i piccoli editori. Sono tanti, ma pochi passeranno l’imbuto della selezione. Qualche titolo interessante (gli altri sul sito premiostrega.it ): La casa delle madri di Daniele Petruccioli (TerraRossa), al centro la vita di un uomo attraverso le sue case (tema che ricorda Bajani); Beati gli inquieti di Stefano Redaelli, ambientato in un manicomio ( Neo); Madri gotiche di Patrizia Busacca (Linea edizioni) o Tredici lune di Alessandro Gazoia (nottetempo), dove compare la pandemia. La terra promessa dello Strega inizierà a prendere forma dentro questo caos creativo di proposte. Sarà dura per il comitato decidere cosa falciare in vista della Cinquina del 10 giugno.