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 2021  marzo 06 Sabato calendario

Il romanzo di Edmund White tra Dio e Dior

Le gemelle Yvonne e Yvette erano identiche e ugualmente belle, come possono esserlo le ragazze texane, bionde, con le orecchie piccole, le gambe lunghe e i seni sodi; si volevano molto bene e avevano lo stesso sogno, scappare il più possibile lontano da Dallas, dall’odiato padre ottuso e razzista, che, miserabile bovaro, era diventato miliardario col petrolio, del resto come tutti in Texas. Certe notti, ubriaco, con tutto il potere del padrone di schiavi si insinuava nel letto delle dodicenne Yvette che subiva la violenza pensando a Santa Elisabetta d’Ungheria protetta da Dio. Fuggire dalla matrigna bonacciona, tutta abiti di Dior e Cadillac, che aveva convinto la nuova famigliola a lasciare il fetido ranch isolato e a comprare a Dallas una magione immensa uguale alla Casa Bianca: e per l’ingresso in società di Yvonne (Yvette si era rifiutata) aveva organizzato una spaventosa festa stramiliardaria dedicata alle Notti Veneziane, con gondole e gondolieri in calzamaglia che cantavano ‘ O sole mio ( proprio come a Venezia!), un Ponte dei Sospiri grande quasi come l’originale e il forno per la pizza a forma del campanile di piazza San Marco. Decise alla fuga, le direzioni però erano molto diverse, Yvonne sognava di vivere a Parigi, vestirsi Givenchy e diventare contessa, Yvette era decisa a dedicarsi ai miserabili, vivere in povertà, addirittura farsi cattolica ( loro ferventi battisti odiatori dei preti), forse monaca e possibilmente santa. Del resto mentre a 18 anni Yvonne era impegnata ad allontanare dalle sue mutandine firmate le mani dei compagni del campus e delle compagne della sorority, Yvette aveva compiuto il suo primo miracolo, almeno così sostenevano passanti messicani che l’avevano vista, lei così anoressica, sollevare con una sola mano un’immensa automobile per salvare un bambino. Il nuovo romanzo di Edmund White si intitola appunto Una santa del Texas e non so cosa ne pensino i letterati, ma io che ho poca vita da perdere e quindi lascio dopo venti pagine, uno alla volta senza mai scoraggiarmi, le centinaia di libri che se non ci fossero sarebbe lo stesso, mi sono ritrovata addirittura a preferirlo alle serie Netflix, e più assurde sono più mi incantano, con cui di solito finisco le mie giornate. Edmund White, il (per me) magnifico scrittore americano, è un elegante signore grassoccio di 81 anni, dallo sguardo nero e dolente, il raffinato cantore della gloria e del rifiuto di essere gay negli anni in cui era una colpa e una vergogna, oggi sposato al suo compagno storico, lo scrittore Michael Carroll. Quella sua vita sfrenata e rabbiosa l’ha profusa in una incandescente tetralogia ( Un giovane americano, 1982, La bella stanza è vuota, 1988, La sinfonia dell’addio, 1997, L’uomo sposato, 2000), in un paio di autobiografie ( My lives, 2006), nelle biografie di Proust, Rimbaud, Gide; il suo manuale The joy of gay sex del 1977 circola tuttora. Anche inUna santa del Texas, Edmund White racconta se stesso nelle gemelle Crawford, due figure femminili incantevoli in cui molte donne si ritroveranno, impegnate a inseguire i propri sogni, a vincere e a soccombere dentro il mondo desiderato e conquistato ma non per sempre, e sempre alla fine ostile, come una concessione distratta che in qualsiasi momento la tradizione, il moralismo, ogni forma di potere, un uomo, possono cancellare. Yvonne va a Parigi per imparare il francese, e sarà lei a scrivere la storia sua e quella di Yvette attraverso le lettere che la gemella le invia dal convento di uno sperduto villaggio Indios in Colombia. Hanno realizzato i loro sogni, Yvonne ha sposato un barone la cui famiglia risale alla Prima Crociata, vive in un immenso appartamento della via più costosa del mondo e nel castello dell’aristocratica famiglia, ha conosciuto Jacqueline Bouvier e si veste Givenchy; Yvette vive e digiuna nella massima indigenza, insegna a leggere e scrivere ai piccoli miserabili indios, lava i pavimenti e accetta la cattiveria della madre superiora, dialoga con il vescovo Oscar (che adombra Romero vescovo di El Salvador trucidato nel 1980). Dice nelle lettere, «Sono innamorata del dolore». White ha vissuto in Francia per molto tempo e l’ha raccontata in Flaneur, Inside a pearl, Our Paris, e qui ne racconta il “monde” con sapiente cattiveria e ironico distacco: l’altezzosità, l’ignoranza, la chiusura, l’amoralità, e di tutti il peggiore è proprio il barone Adhéaume de Courcy, che l’ha sposata per usare la sua immensa ricchezza texana e avere dalla sua sana bellezza un perfetto erede al titolo. La disprezza, la maltratta, la ricatta e intanto coi soldi di lei restaura il castello in rovina, compra preziosi mobili Boulle, e tastando antiche posate da acquistare può dire, non a lei bifolca ma ai suoi pari «Enrico è stato il primo a introdurre le forchette dalla Polonia dove sono state inventate», chiamando intimamente per nome Enrico III re d’Inghilterra nel XIII secolo. A lei, alla sua bella moglie consente di andare a letto con un principe italiano masochista in triangolo con un’altra donna, per poterla derubare indisturbato. «A tutti sembrava accettabile avere un amante. Se dovessi sceglierne uno pensai, meglio una donna. Mi chiedevo per quale strana ragione gli uomini non fossero tutti eterosessuali, e le donne, invece, tutte lesbiche». E lo scrittore che si è estasiato solo accanto ai corpi maschili le fa dire: «Chi mai al mondodesidera un maschio, con quelle barbe ruvide, le mani enormi e sgraziate… i grandi piedi giallastri con le unghie bluastre e sporche, i peli sulla schiena, i capezzoli simili ad uva passa, e quei peni assurdi… Mettete a confronto Grace Kelly e James Stewart in La finestra sul cortile… All’università del Texas, Yvonne diciottenne si era iscritta a un corso di Segretaria, a Economia Domestica con specializzazione Pasticceria, a Storia del Texas e Storia Francese; Yvette a Introduzione alla Filosofia, a Musica da Bach a Ferde Grofè, a Letteratura Inglese, e Fisica Quantistica. La loro vita era segnata, il loro futuro deciso, per contenere anche la dualità dello scrittore. White ama le sue due texane, ama in loro la sua stessa frivolezza e la sua stessa profonda cultura, il desiderio carnale e la passione religiosa, il sesso e lo spirito. Il dolore inestinguibile della vita, la colpa di amare: White dice con Yvette, che delira per una sua sorella filippina del suo eremo, «Sapevo di mettere in pericolo la mia anima immortale amandola, ma in realtà bruciavo già nel fuoco eterno per colpa delle mie pene d’amore… ormai ero di casa all’inferno».