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 2021  marzo 06 Sabato calendario

Chi sono gli sciiti

Gli sciiti rappresentano il 10% dei musulmani nel mondo, circa 180 milioni di fedeli. Lo sciismo emerge a causa della disputa – essenzialmente politica – sorta alla morte di Maometto (632) sulla guida della comunità. Mentre la maggior parte dei musulmani (i futuri “sunniti”) sosteneva il principio dell’elezione per la scelta del successore, una minoranza (gli sciiti, appunto) riteneva che la carica dovesse essere riservata ad Ali, cugino nonché unico genero di Maometto (per via della figlia Fatima) e alla sua discendenza: da qui l’espressione shi`at Ali (“la fazione di Ali”), successivamente abbreviata in “shia”. Gli sciiti sono maggioritari in Iran (oltre il 90%), Iraq (circa il 60%) e Bahrein. In altri Paesi, costituiscono minoranze rilevanti, come in Libano (30%), in Afghanistan e Pakistan (20%) e nel Kuwait (30%).
Le persecuzioni hanno presto colpito i seguaci di questo ramo dell’islam, portando progressivamente a una differenziazione teologica con il sunnismo. Nel 680, Hussein figlio di Alì viene ucciso dalle forze del califfo omayyade a Karbala, in Iraq (oggi principale meta di pellegrinaggio dello sciismo). A causa di queste vicende belliche, gli sciiti hanno maturato una forte spiritualità della sofferenza, che emerge anche nella loro più importante festività, l’Ashura, in cui si commemora appunto il martirio di Hussein.
Il filone maggioritario all’interno dello sciismo è costituito dai cosiddetti duodecimani, ossia coloro che riconoscono una serie di dodici imam, e che rappresenta la religione di Stato in Iran. Ma ci sono molte altre comunità che si richiamano allo sciismo, come gli ismailiti (che riconoscono soltanto i primi sette imam), gli zayditi dello Yemen, e persino gli alauiti e i drusi (Siria e Libano). Il dodicesimo imam, detto al-Mahdi, si è “occultato” agli occhi dei fedeli nell’874. La credenza nell’Occultamento è il coronamento dell’interiorizzazione, da parte degli sciiti, del proprio fallimento politico: non hanno governato la comunità musulmana perché il loro potere è di ordine spirituale.Ma l’Occultamento ha anche un significato escatologico: nell’attesa del ritorno del Mahdi, del “salvatore escatologico”, alla fine dei tempi, tutto è sospeso a questa “presenza- assenza”. Minoranza in un mondo musulmano governato dai sunniti, gli sciiti hanno adottato soluzioni contraddittorie, accettando spesso compromessi. Il revival dello sciismo avviene nel XVI secolo con la dinastia dei Safavidi che ha elevato l’islam sciita a religione ufficiale della Persia, contrapponendosi all’Impero ottomano sunnita. Il carattere ideologico si afferma dopo la rivoluzione del 1979 quando l’ayatollah Khomeini impone – tra mille resistenze – la dottrina della velayat-e faqih, che assegna, durante l’occultamento del Mahdi, la reggenza esecutiva e la direzione dei credenti a una Guida suprema. Nel vicino Iraq, gli imam sciiti apprezzarono il sostegno iraniano alle proprie rivendicazioni, tanto più che con la repressione di Saddam Hussein numerosi ulema sciiti avevano lasciato Najaf per Qom. Ma la volontà egemonica del “grande fratello” e le divergenze ideologiche sul potere della Guida hanno presto avuto ragione, se non dell’influenza iraniana, almeno delle sue pretese egemoniche.
Con la caduta di Saddam nel 2003, la “capitale“dello sciismo è nuovamente Najaf. Studenti di teologia di tutto il mondo arabo si recano in gran numero nella culla ritrovata dello sciismo che conserva le tradizioni, in particolare quella dei marja`, le guide spirituali rappresentate da diversi ayatollah che rifiutano di riconoscere una qualsiasi superiorità alla Guida eletta a Teheran dagli iraniani.