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 2021  febbraio 22 Lunedì calendario

Biografia di Vittore Bocchetta

Vittore Bocchetta (1918-2021). Era l’ultimo sopravvissuto del lager nazista di Flossenbürg e del sottocampo di Hersbruck. Militante antifascista, fece parte del Comitato di liberazione nazionale veronese guidato da Francesco Viviani. «Nell’estate del 1944 fu arrestato dalla polizia fascista. Deportato prima nel campo di transito di Bolzano, poi a Flossenbürg, registrato con il numero di matricola 21631, finirà la detenzione nel lager di Hersbruck, dove la maggior parte dei prigionieri era destinata a costruire gallerie sotterranee in cui nascondere alcune fabbriche belliche al riparo dalle incursioni aeree alleate. Costretto, nell’aprile del 1945, a una marcia forzata per raggiungere un campo di prigionia più lontano dal fronte, riuscì a fuggire e a tornare in Italia. Le difficoltà di inserimento nella vita sociale, che riguardarono la maggior parte dei reduci dai campi nazisti, lo spinsero a raggiungere dapprima il Sudamerica, poi gli Stati Uniti dove ottenne la docenza in Lingua italiana, presso l’Università di Chicago. Ritornato a Verona, proseguì la sua intensa attività di scultore e pittore, dedicandosi anche alla scrittura memorialistica» [Sessi, CdS]. «Ha disegnato il lager per il resto della sua vita, i volti incavati alla Munch, le divise zebrate, lo sguardo perso nel vuoto. Però il campo di Flossenbürg non lo sognava mai, né gli stracci né la fame, solo qualche volta nell’incoscienza notturna riaffioravano le torture subite nel carcere fascista degli Scalzi. Diceva Vittore Bocchetta che almeno nel sonno non voleva procurarsi altro dolore, e fino all’ultimo giorno di una vita ultracentenaria ha confinato i suoi fantasmi nell’album da disegno, sconfiggendo la crudeltà passata con una indomabile vitalità proiettata sul futuro. È morto ancora lucido e in fondo sereno, raccontano gli amici che l’hanno accompagnato nella lunga vecchiaia. E ora ne ricordano la frase pronunciata poco prima di superare il secolo: “Devo dichiararlo solennemente: a un certo punto la politica non era questione di partiti, era resistenza antifascista. Resistere significava resistere alla dittatura, alla violenza, alle calunnie. Resistere alla prepotenza. E alla disumanità”» [Fiori, Rep].