Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  febbraio 22 Lunedì calendario

Biografia di Luigi Albertelli

Luigi Albertelli (1934-2021). Paroliere. «Autore dei più grandi nomi della musica italiana. Ex campione di atletica leggera, interessato alla pittura e all’arte, cominciò a credere veramente nella carriera di paroliere a fine Anni Sessanta, quando la sua Zingara, cantata da Bobby Solo e Iva Zanicchi, conquistò il palco di Sanremo. Autore molto amato da Mia Martini, fu autore di grandi classici come Piccola e fragile di Drupi, lavorò per Fred Bongusto, Milva, i Dik Dik, Equipe 84 e Mina, per cui compose Fiume azzurro, Giorni, Lamento d’amore e Sempre sempre sempre con Adriano Celentano. Fu accanto a Patty Pravo per l’intero album Biafra, scrisse il disco d’esordio di Zucchero Fornaciari, Un po’ di Zucchero, e vinse Sanremo una seconda volta con Michele Zarrillo, nel 1987, con La notte dei pensieri. Qualche anno prima aveva sfiorato la vittoria con Non voglio mica la luna di Fiordaliso. Suo nel 1979 anche il maggior successo di Adriano Pappalardo, quel Ricominciamo, appassionato ed eccessivo, cantato in seguito anche da Mina. Ma la sua vena surreale, e il gusto dell’azzardo poetico, esplosero letteralmente a partire dalla fine degli Anni 70, nel campo della canzone per ragazzi. Il primo grande colpo lo mise a segno nel 1977, scrivendo la sigla del telefilm Furia Cavallo del West, venduta in un milione e 600.000 copie e cantata da Mal. Con Furia, Albertelli fissò il canone che lo avrebbe trasformato di lì a poco nel Mogol dei bambini: testi stralunati (il “cavallo del west che beve solo caffè”), ritornelli memorabili e pochissimo tempo per scrivere, spesso senza nemmeno sapere quale fosse l’argomento del telefilm o del cartone da musicare. “Scrissi Furia in un weekend - raccontava spesso - sapevo solo che si trattava di un cavallo nero”. L’anno successivo firmò Ufo Robot, disco d’oro 1978, e l’album Atlas Ufo Robot per cui ancora, dopo quarant’anni, veniva accolto in trionfo nelle fiere e nei festival specializzati dai fan ormai adulti della cosiddetta Goldrake Generation. Sue anche le sigle di cartoni cult come Capitan Harlock e Daitarn III e le ballate Anna dai capelli rossi e L’Apemaia va. Attivo anche come autore, firmò tante trasmissioni di culto, da Telemike e Pentathlon di Mike Bongiorno a La Piscina di Alba Parietti, fino al più recente Complimenti per la trasmissione di Piero Chiambretti» [Ravarino, Mess]. Morto per le conseguenze di una caduta in casa.